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Al Teatro Orazio Bobbio a Trieste dal 27 al 30 aprile Lella Costa in “SE NON POSSO BALLARE… NON È LA MIA RIVOLUZIONE”

Sono moltissime le donne che hanno cambiato, con piccoli e grandi invenzioni, con il loro coraggio e talento nelle più diverse discipline, la storia dell’umanità e il nostro quotidiano. Non tutte sono note, non tutte vengono ricordate e raccontate. A rievocarle, in una straordinaria e irresistibile carrellata (che ce ne riporta più di cento!), è Lella Costa nello spettacolo “Se non posso ballare… non è la mia rivoluzione”, in scena dal 27 al 30 aprile (repliche alle ore 20.30, domenica alle ore 16.30) al Teatro Orazio Bobbio di Trieste come 13mo appuntamento in abbonamento con la stagione 2022/2023 del Teatro La Contrada.

Mary Anderson ha inventato il tergicristallo. Lillian Gilbreth la pattumiera a pedale. Maria Telkes i pannelli solari. Ci sono Marie Curie, Nobel per la fisica, e Olympe De Gouges che scrisse la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina. Ci sono Tina Anselmi, primo ministro della Repubblica italiana; Martha Graham che fece scendere dalle punte e Pina Bausch che descrisse la vita danzando. E poi c’è Maria Callas con la sua voce immortale come immortale è il canto poetico di Emily Dickinson, e c’è la fotoreporter Ilaria Alpi. Le sorelle Bell: Vanessa e naturalmente Virginia, la Woolf!

Entrano una dopo l’altra, chiamate con una citazione, un accento, una smorfia, un lazzo, una canzone, una strofa, un ricordo, una poesia, un gemito, una risata. O solo col nome, che a volte non serve aggiungere altro. Entrano ciarlando e muovendo le vesti, mentre in scena si avvicendano i cambi di stagione. Si aggirano come fossero, finalmente, felici tutte, per dirla con Elsa Morante che è lì con loro. Entrano come danzando Anna Politkovskaja, Hannah Arendt, Mae West, Anna Frank, Marlene Dietrich, Artemisia Gentileschi e molte, molte altre, fino a farci girare la testa ed arrivare ad essere più di… cento! Una al minuto.

Tante, eppure non ancora tutte, le valorose che Lella Costa, in uno spettacolo di grande virtuosismo, riesce ad evocare con la voce e con i gesti, invitandole come un gran cerimoniere, ad entrare e ballare con lei. Perchè, come disse magistralmente e per sempre una di loro, Emma Goldman, se non posso ballare questa non è la mia rivoluzione.

Serena Dandini, attraverso il suo testo “Il catalogo delle donne valorose”, e Lella Costa si trovano a convergere all’interno di uno spettacolo teatrale che porta la firma di Serena Sinigaglia. In scena donne intraprendenti, controcorrente, spesso perseguitate, a volte incomprese, che hanno lottato per raggiungere traguardi che sembravano inarrivabili, se non addirittura impensabili. Donne valorose che seppure hanno segnato la storia, contribuendo all’evoluzione dell’umanità, per uno strano sortilegio raramente vengono ricordate, con difficoltà appaiono nei libri di storia e tanto meno sono riconosciute come maestre e pioniere.

NOTE DI REGIA

Di Serena Sinigaglia

 

Sono nata “femmina” dopo due figli maschi. Per molto tempo ho vissuto nella beata condizione di credere che non ci fosse differenza alcuna tra me e i miei fratelli, tra me, femmina e loro, maschi. È stata un’infanzia felice. E giusta. Poi è arrivata l’adolescenza. Ho tenuto duro. Sì, è vero, il corpo cambiava, il linguaggio a volte si faceva tagliente, ma io mi ostinavo: al di là delle apparenze siamo uguali, siamo tutti esseri umani, apparteniamo alla stessa specie. Ma non è ovvio?! Per spirito di appartenenza mi univo ai cori femministi e accennavo “un fier cipiglio” verso l’altra metà del cielo (qui si intende i maschi). Dentro, però, mi sentivo a disagio, mi sembrava così stupido e avvilente dover affermare un’ovvietà, proprio non mi raccapezzavo.

È dovuto passare molto tempo. È dovuto arrivare il lavoro e le prime ingiustizie e le delusioni e le nuove speranze, alla fine ho capito: l’ovvio non è ovvio. Incredibile, paradossale, buffo addirittura, ma è così. Il “Catalogo delle donne valorose” di Serena Dandini è un libro intelligente e utile. L’oblio nel quale sono finite tante, troppe, storie di donne valorose è vergognoso. Ci sarebbe da ridere se non fosse da piangere. La “Storia” dell’umanità è stata attraversata da moltissime femmine “valorose”… ma va?! Ma davvero?! Ma pensa…! È imbarazzante. Siamo tutti esseri umani, giusto?, e quindi gli esseri umani a volte sanno essere incredibilmente valorosi, maschi o femmine chi se ne frega, no?! No! Perché delle “valorose” ne sappiamo poco quando non addirittura nulla. Le loro storie non sono nei libri di storia nè tra i nomi di vie stradali, semplicemente non esistono. Eppure la Storia l’hanno fatta e l’hanno cambiata. Stimo Lella Costa come artista e come donna. Siamo amiche, affini per gusti e convinzioni.

“Se non posso ballare, allora non è la mia rivoluzione” nasce da un’intuizione: raccontare una storia di “Valorosa” al minuto, 93 storie di valorose, una bella sfida, da guinness dei primati. Un fiume inarrestabile di storie e di gesta, un fiume di donne evocate da Lella e invitate a ballare sul palco accanto a lei ma così tante che sarà chiaro, limpido come l’acqua buona: anche le donne hanno contribuito al progresso e all’innalzamento morale dell’umanità, è normale, no?, visto che le donne esistono dai tempi di Adamo, ovvio, no?! Noooo???!!!

SE NON POSSO BALLARE… NON È LA MIA RIVOLUZIONE
Ispirato a IL CATALOGO DELLE DONNE VALOROSE di Serena Dandini
Con Lella Costa
Progetto drammaturgico di Serena Sinigaglia
Scrittura scenica di Lella Costa e Gabriele Scotti
Scene di Maria Spazzi
Regia di Serena Sinigaglia
Ambientazione sonora di Sandra Zoccolan
Disegno luci di Roberta Faiolo
Cappotto di scena di Antonio Marras e abito realizzato dalla sartoria del Piccolo Teatro
Un progetto a cura di Mismaonda prodotto da Centro Teatrale Bresciano E Teatro Carcano, Partner The Circle Italia

Dal 27 al 30 aprile 2023 (ore 20.30, domenica ore 16.30)

TEATRO ORAZIO BOBBIO, TRIESTE

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