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BELLUNO : Dodici somme urgenze per 1,2 milioni, lavori conclusi per 6 milioni, opere pubbliche programmate da 6,5 milioni e progettazioni per altri 17 milioni

In un anno senza emergenze meteo come il 2024, sono state 53 le segnalazioni di dissesto giunte dai Comuni alla Provincia di Belluno. «È la misura della fragilità del territorio, che risente ancora delle ferite di Vaia e del maltempo del dicembre 2020» dice Massimo Bortoluzzi, consigliere provinciale con delega alla difesa del suolo, presentando oggi in conferenza stampa l’attività 2024 del settore. «Un settore che pur a fronte di risorse umane ridotte, riesce a rispondere puntualmente ai casi di dissesto e anche a mettere a terra interventi importanti. Nel corso dell’anno scorso sono stati inseriti nel Piano opere pubbliche interventi per oltre 6 milioni, eseguiti e conclusi diversi interventi (anche riferiti a lavori iniziati e finanziati in annualità precedenti) per uno stanziamento complessivo di altri 6 milioni di euro. Superiamo abbondantemente i 20 milioni se si aggiungono anche gli interventi in programmazione – se vogliamo definirli il libro dei sogni – su cui ci impegneremo a ricercare le risorse nel corso dei prossimi anni».

I NUMERI

Sono 12 i lavori inseriti nel Piano opere pubbliche nel corso dell’anno, per circa 6,1 milioni; spicca in particolare il secondo stralcio della messa in sicurezza di Villaga a Feltre (già in fase progettazione, valore 2,6 milioni). Valgono 6 milioni gli interventi conclusi nel 2024 o in fase avanzata, tra cui spiccano in particolare la sistemazione della frana di Paradisi (conclusa), il consolidamento spondale del canalone di Cancia (del valore di 1,4 milioni di euro, attualmente in corso), l’intervento di mitigazione del rischio idrogeologico nella Valle delle Roaze a protezione di Val di Frela e Parech, ad Agordo (1,1 milioni, intervento concluso), la riprofilatura della frana di Revis a Lozzo di Cadore (in corso). Dodici anche le somme urgenze attivate, per 1,2 milioni, tra cui – per citare solo le principali – un intervento a Curago, frazione di Alpago, per il ripristino delle condizioni di sicurezza della strada di accesso (205mila euro), il ripristino della viabilità di accesso a Moè di Laste (250mila euro) e la messa in sicurezza del versante sopra Saviner a Rocca Pietore, dove a ottobre si era staccato un masso ed era finito addosso a una casa (160mila euro).

«In più, abbiamo messo a disposizione anche quest’anno 2 milioni di euro per le Unioni Montane, con l’impegno ad aggiungere risorse qualora ce ne sia la disponibilità» continua Bortoluzzi. «Dal 2018 al 2024 sono stati stanziati 18,5 milioni di euro a favore delle Um. Anche con diversi Comuni sono stati fatti accordi di programma per i quali diamo risorse per un intervento diretto su dissesti. È fondamentale intervenire per dare sicurezza alle persone che vivono nel nostro bellissimo, ma fragile territorio, in modo che non si vedano costrette ad andarsene. L’abbandono delle terre alte significa meno manutenzione, e questo crea ulteriori problemi idrogeologici, non solo alla montagna ma anche alla pianura dove l’irruenza delle acque fa tracimare i fiumi. In parole povere, gli investimenti che facciamo in difesa del suolo sono funzionali anche alla pianura, perché tenere curato il territorio in montagna ha innegabili effetti positivi anche per le aree metropolitane».

E poi, sempre nel 2024, sono stati realizzati 12 studi preliminari per le opportune valutazioni di mitigazione del rischio idrogeologico in 12 Comuni, per una stima complessiva di oltre 17 milioni. «Una cifra enorme – continua Bortoluzzi – ma intanto procediamo con gli studi così da farci trovare pronti e procedere quando arrivassero i finanziamenti».

PROTEZIONE CIVILE

Intensa anche l’attività della Protezione Civile provinciale, che su richiesta della Regione Veneto nel corso dell’anno ha messo a disposizione mezzi e uomini per la colonna mobile inviata nell’emergenza in Emilia Romagna. Inoltre, sono stati organizzati 4 corsi base per la formazione dei volontari ed è stato erogato un contributo di 33mila euro per la copertura delle spese assicurative degli automezzi in dotazione ai gruppi di Protezione Civile.  «Infine, sono concluse le operazioni di trasferimento del Ccs nella nuova sede in via Col da Ren – conclude Bortoluzzi -. Un centro operativo di primissimo livello che ci auguriamo di non usare mai per le emergenze, ma che sarà utilissimo durante le Olimpiadi». 

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