FALCADE (BL) : LA VERITÀ SUL LUPO: INCONTRO PUBBLICO
La provincia di Belluno – sopravanzata solo dai territori di Torino, Ancona e Cuneo – è l’area italiana con più avvistamenti di lupi in contesti urbanizzati. Una situazione allarmante, soprattutto perché sono passati solo undici anni dal primo insediamento del lupo in Veneto.Ai pesanti danni economici per il comparto agricolo – 700 capi predati solo nell’Alpago – si accompagnano oggi crescenti preoccupazioni per la sicurezza pubblica e per il turismo. I lupi circolano infatti liberamente nel centro dei paesi ma alle proteste dei sindaci fa fronte l’inerzia delle autorità che dovrebbero intervenire – dalle prefetture alla Regione.
L’Ispra (ente tecnico che deve esprimere pareri sulla gestione della fauna selvatica) si oppone persino all’uso delle pallottole di gomma, che pure è stato sperimentato con un certo successo proprio in Veneto. Questo mentre paradossalmente la Commissione Europea, proponendo il declassamento dello status di protezione del lupo, ha anche richiamato gli Stati membri a far ricorso agli strumenti che ci sono già per contenerne il numero. Si inserisce in questo contesto l’incontro “La verità sul lupo” organizzato per sabato 20 gennaio a Falcade con il patrocinio del Comune, Associazione tutela dell’Ambiente e della Vita rurali e di Quad in quota.
All’incontro – che inizierà alle 17 nella sala della Casa della Gioventù a Caviola – interverranno il sindaco di Falcade Michele Salvaterra, il presidente di Quad in quota Moreno Tomaselli, Michele Corti dell’Associazione tutela dell’Ambiente e della Vita rurali, Michele Nenz di Coldiretti Belluno, Zaccaria Tona della Coop Fardjma dall’Alpago, Franco De Bon già commissario della Polizia Provinciale bellunese, Pierantonio Cristoforetti del Comitato trentino Insieme per Andrea Papi. Coordina la tavola rotonda Barbara Annoni.
I RISCHI E GLI STRUMENTI “Gli strumenti normativi che già esistono (le deroghe all’art. 16 della Direttiva Habitat) consentono di contenere numericamente i lupi laddove causano gravi danni economici – sottolineano gli organizzatori – e di intervenire quando è a rischio l’incolumità pubblica. Peccato che le regioni italiane, paralizzate dal timore delle reazioni animaliste, non vi facciano ricorso pur sapendo che l’omissione causa una crisi (e spesso la chiusura) di aziende, stragi di animali domestici compresi quelli d’affezione, attacchi e lesioni a persone. Interventi di contenimento del lupo sono in atto in Francia, in Svezia e in Svizzera. L’Austria ne ha abbattuti quattro nel 2023, sia per avvicinamento a centri abitati che per danni agli allevamenti, eppure conta meno di un centinaio di esemplari ovvero piccoli numeri rispetto ai 900 stimati tre anni fa sulle Alpi italiane, che si ritiene siano oggi raddoppiati”.
Nelle zone turistiche alpine cresce intanto il timore per le conseguenze sull’attrattività dei territori. Se sulle spiagge in Puglia e Abruzzo si sono registrati tra il 2020 e il 2023 casi di persone attaccate e morse dai lupi, in montagna i cani da difesa – che gli allevatori sono costretti ad adottare per difendersi dalle predazioni – spaventano e a volte attaccano gli escursionisti. “Anche gli esperti e i fautori del reinserimento del lupo riconoscono che vi è il concreto pericolo di attacco al cane durante una passeggiata – aggiungono gli organizzatori – Attacco che, in alcuni casi può portare anche a coinvolgere il padrone che tenta di difendere il proprio animale. Lasciare proliferare il lupo come fosse intoccabile comporta un futuro della montagna senza greggi e mandrie, senza prodotti tipici e senza turisti”.