L’8 luglio in Largo San Giorgio a Pordenone Ninetto Davoli introduce “Uccellacci e Uccellini”, il grande film di Pasolini, che lo vede protagonista accanto a Totò
Pordenone, 5 luglio 2022. Non poteva mancare, nell’anno del centenario della nascita, un omaggio a Pasolini, nel ricco programma estivo di Cinemazero, presso la nuova splendida arena all’aperto, a ingresso libero, di Largo San Giorgio a Pordenone. Venerdì 8 luglio alle 21:30 la proiezione di “Uccellacci e uccellini” sarà introdotta da Ninetto Davoli, protagonista, assieme a Totò, di questo grande film del 1966. L’evento, in collaborazione con il Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa e con il Totò fan club di Pordenone, sarà un’occasione unica di vedere, o rivedere, quello che fu il film più amato da Pier Paolo Pasolini, restaurato in 4K dalla Cineteca di Bologna, con l’introduzione di uno degli ultimi testimoni del lavoro del regista poeta. Davoli, che ormai centellina le sue apparizioni in pubblico, racconterà come conobbe e lavorò con Pasolini, sul set di “Uccellacci e uccellini” e di diversi altri film che lo hanno consacrato come attore chiave dell’opera pasoliniana.
Il mitico Totò e l’allora esordiente Ninetto Davoli, padre e figlio nel film, percorrono le strade dell’Italia del boom economico assieme a un corvo parlante. Incontrano artisti girovaghi bidonisti, ingegneri padronali, miseri contadini, fiorenti prostitute e dantisti dentisti. Pasolini concepisce il film come una favola sulla crisi dell’ideologia: all’interno di un racconto ambientato nel cuore degli anni Sessanta se ne incastona un altro, sulla predicazione francescana ai falchi e ai passerotti, che si svolge nel Medioevo. Dopo “Mamma Roma”, “Uccellacci e uccellini” conferma la trasformazione del sottoproletariato romano, che si sta avviando a diventare piccolo-borghese. Totò Innocenti, il padre protagonista, ha infatti una piccola proprietà e infierisce contro una famiglia di contadini suoi debitori. Di questo processo, che ormai sta diventando inarrestabile, fa le spese un intellettuale, che, come nelle favole, ha sembianze di corvo e finisce per essere mangiato dai due sottoproletari suoi compagni di viaggio. A parte alcune sequenze de “La ricotta”, è la prima volta che Pasolini affronta il registro di un umorismo lunare: per questo sceglie come protagonista Totò, affiancato da colui che sarebbe diventato l’emblema stesso della vitalità giovanile e popolare nel cinema del poeta-regista: Ninetto Davoli.
Giovanni Davoli, detto Ninetto, nasce in provincia di Catanzaro nel 1948. Poco dopo si trasferisce a Roma con la famiglia, crescendo nella povera e popolosa periferia di Borghetto Prenestino. A quindici anni, l’incontro con Pasolini gli cambia la vita e lo introduce nel mondo del cinema. Oltre che in “Uccellacci e uccellini”, Ninetto appare già ne “Il Vangelo secondo Matteo” e, in seguito, impersona alcuni personaggi pasoliniani che entreranno nella storia del cinema in “Edipo Re”, “Il Decameron”, “I racconti di Canterbury”, “Il fiore delle mille e una notte”.
Tra i grandi nomi che hanno lavorato a “Uccellacci e uccellini”, ricordiamo Ennio Morricone, che ha composto la musica. I versi nei titoli di testa, cantati da Domenico Modugno, sono di Pier Paolo Pasolini, mentre la canzone “Carmé Carmé” è scritta e cantata da Totò.
Di “Uccellacci e uccellini” nel 1973 Pasolini affermava: «È il mio film che continuo ad amare di più: prima di tutto per la ragione prima, perché, come ho già detto quando è uscito, è “il più povero e il più puro”; poi perché è il mio unico film che non ha deluso le attese, anche se si trattava delle attese di una minoranza (l’opera d’arte deve sempre deludere le attese: ma nel caso di “Uccellacci e uccellini” ho con gioia sperimentato l’eccezione a questa regola); infine perché ho amato moltissimo i due attori protagonisti del film, Totò, dolce statua di cera, e Ninetto, attore per forza».
In caso di maltempo la proiezione si tiene a Cinemazero.
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