Il personale del Comando Provinciale della Guardia di Finanza e della Questura
di Padova ha dato esecuzione a un decreto di sequestro di prevenzione, emesso dalla Sezione
Distrettuale delle Misure di Prevenzione del Tribunale di Venezia su proposta del Questore, a
seguito di accertamenti patrimoniali da cui è emersa, in capo a due soggetti di origine cinese, la
disponibilità di beni il cui valore è risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.
Con il provvedimento in esame, che ha consentito di sequestrare nel centro di Padova un
appartamento di pregio di 160 mq circa, successivamente affidato all’amministratore giudiziario
nominato dal Tribunale di Venezia, è stata anche disposta, per la durata di due anni, la misura di
prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di
soggiorno nel comune di residenza, nei confronti del coniuge di uno dei comproprietari.
Le indagini patrimoniali sono state eseguite dalla Divisione di Polizia Anticrimine – Ufficio Misure
di Prevenzione Patrimoniali della Questura di Padova e dalla Sezione Mobile del Nucleo di Polizia
Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza e hanno riguardato due coniugi, gravati da
molteplici precedenti penali e di polizia, tra cui sfruttamento della prostituzione e reati in materia
di stupefacenti. I proposti, ritenuti socialmente pericolosi sulla base delle previsioni del c.d.
“Codice antimafia”, hanno manifestato una palese sproporzione tra il valore del patrimonio agli
stessi riconducibile e gli esigui redditi dichiarati nell’ultimo decennio.
Gli accertamenti svolti hanno consentito di rilevare che l’immobile sequestrato risulta la residenza
familiare della coppia nonché della sorella del marito, cointestataria dello stesso, e che il mutuo
ottenuto, pari all’80% del valore rogitato, è stato erogato in virtù di dichiarazioni non veritiere,
concretizzandosi l’acquisto in un arco temporale coincidente con il periodo di illecita attività di
meretricio, per il cui esercizio l’abitazione fungeva da base logistica.
Nel dettaglio, è stato accertato come la provvista per il pagamento delle rate del mutuo,
strumentalmente richiesto per celare la provenienza del denaro, sia stata costituita da bonifici
bancari disposti dai proposti attingendo da carte prepagate e da versamenti di denaro contante,
ritenuto profitto della fattispecie di reato sopra richiamata.
Nelle more della definizione del contesto in trattazione, l’operazione congiunta della Guardia di
Finanza e della Questura di Padova rientra in una più ampia strategia di aggressione delle
ricchezze di origine illecita, perseguita utilizzando gli incisivi strumenti offerti dalla normativa
antimafia.