TREVISO: DOPO AVER EVASO IL FISCO, OCCULTANDO IN PARADISI FISCALI REDDITI PER 4,2 MILIONI DI EURO, DUE CONTRIBUENTI DEL TREVIGIANO RESTITUISCONO IMPOSTE PER 2,4 MILIONI DI EURO
Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso hanno ottenuto il rimborso integrale, per complessivi 2,4 milioni di euro, comprensivi di sanzioni e interessi, delle imposte evase da due imprenditori trevigiani, attivi nel settore metalmeccanico e in quello dell’arredo per uffici, ritenuti responsabili di aver occultato circa 4,2 milioni di euro su conti correnti accesi presso filiali di istituti di credito con sedi in Svizzera e nel Principato di Monaco, territori qualificati come “paradisi fiscali” ai fini del c.d. monitoraggio fiscale.
L’adesione dei contribuenti agli avvisi di accertamento, emessi dall’Agenzia delle Entrate sulla base dei rilievi
fiscali formulati dai finanzieri del Gruppo di Treviso, giunge al termine di indagini che avevano permesso di
ricostruire, anche attraverso l’attivazione dei canali di cooperazione amministrativa internazionale (tramite il II
Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza, punto di raccordo per la collaborazione con i Paesi
esteri), l’entità delle somme che i due contribuenti avevano trasferito all’estero, omettendo di dichiararli al Fisco
italiano.
Nell’ambito delle attività investigative, era emerso come i conti correnti fossero intestati non ai due imprenditori,
ma a soggetti giuridici interposti, creati appositamente in Paesi offshore, con l’intento di schermare ulteriormente
i titolari effettivi delle cospicue somme e rendere ancora più difficoltosa la loro individuazione.
Gli elementi acquisiti avevano però permesso di ricondurre le somme, giacenti sui rapporti bancari esteri, ai due
contribuenti e di sottoporle a tassazione in Italia ai fini delle imposte sui redditi e dell’imposta sul valore
aggiunto, recuperando così quasi 2 milioni di euro.
Le contestazioni fiscali erano giunte a conclusione di una complessa indagine, condotta dalla Guardia di Finanza di Firenze, nel cui ambito era stato accertato come diverse persone fisiche residenti nel territorio dello Stato,avvalendosi di una organizzazione criminale a carattere transnazionale, dedita alla abusiva attività di raccolta del risparmio a beneficio di banche svizzere, avessero trasferito all’estero, in Paesi considerati “a fiscalità privilegiata”, ingenti disponibilità finanziarie.