“Vengono chiamati ‘orfani speciali’, perché sono orfani due volte: sono i bambini e i ragazzi che hanno perso un genitore per mano dell’altro. Rimasti soli, senza più una madre che li aiuti, li ami o li guidi nella vita. Per loro un progetto di legge che vuole istituire un fondo a favore dei figli minorenni o maggiorenni economicamente non autosufficienti, che siano divenuti orfani di madre, vittima di violenza da parte del coniuge, convivente o partner anche dopo la fine del legame”. A darne notizia è la consigliera regionale del Consiglio regionale del Veneto Alessandra Sponda (Intergruppo Lega-Liga Veneta).
“A livello nazionale è stata adottata la legge 4/2018, che istituisce diverse misure a favore degli orfani di femminicidio. Tra queste il Fondo di rotazione per le vittime dei crimini intenzionali violenti, destinandolo anche agli orfani per crimini domestici. Non basta però: i figli minori di donne vittime di femminicidio hanno bisogno di un sostegno ulteriore. Attualmente, nel nostro territorio – spiega la consigliera – è in fase di realizzazione il progetto ‘Orphan of femicide invisible victim’ promosso dalla Cooperativa Iside con sede a Venezia, finalizzato a realizzare interventi integrati e multidisciplinari in grado di prendere in carico i figli di donne uccise brutalmente dai mariti, compagni o ex. Secondo i dati raccolti dall’Eures – Istituto di ricerche economiche e sociali -, sono 159 i minori rimasti orfani a seguito di 97 casi di femminicidi compiuti nelle cinque regioni interessate dal progetto dal 2009 fino al 2021, di cui 26 in Veneto e per 6 di loro non è accertato il luogo in cui si trovano”.
“A questi ragazzi il progetto fornisce supporto psicologico, percorsi di reinserimento sociale e sostegno per la piena autonomia professionale. Anche le famiglie affidatarie vengono aiutate con un sopporto psicologico che le aiuti a gestire una situazione tanto delicata e dolorosa. Questo perché questi bambini e ragazzi hanno esigenze particolari, in quanto il femminicidio rappresenta un evento traumatico dal punto di vista psicologico, sociale ed economico. Con il mio progetto di legge, pertanto, integrando la legge regionale del 2013 per il Contrasto alla violenza contro le donne, prevedo l’istituzione di un fondo che provveda al sostegno economico finalizzato anche al ristoro di un danno psicologico e morale che nessuno potrà ripagare, – conclude Sponda – ma che la Regione può parzialmente alleviare dando un concreto aiuto”.