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VENEZIA : Silvia Maino (Lega – LV): “Il Pd chiede di ritirare il calendario della Polizia Penitenziaria perché le foto sarebbero troppo aggressive

“Propongo agli agenti di polizia penitenziaria di difendersi dalle aggressioni in carcere con un ramoscello di ulivo. Così facendo, di sicuro le sinistre del nostro Paese sarebbero più contente”. È la provocazione del consigliere regionale Silvia Maino (Lega – Liga Veneta), visto che il Pd nei giorni scorsi ha chiesto al Ministero dell’Interno di far ritirare il calendario della Polizia Penitenziaria perché nelle foto venivano mostrate le tecniche di difesa degli agenti con l’utilizzo oggetti atti alla difesa e incolumità degli agenti stessi. “Trovo gli attacchi del Pd ingiustificati e surreali. Come si può chiedere agli agenti di non dimostrare al pubblico le tecniche di difesa personale svolte nel loro servizio operativo e durante l’addestramento? Agli agenti di Polizia penitenziaria il Pd chiede di mantenere segretezza su questo argomento; per contro da parte mia ritengo invece importante far conoscere alla società civile come si difendono gli agenti anche per un atto di trasparenza. E soprattutto per far sapere che gli agenti si difendono a mani nude. Ma forse con un ramoscello di ulivo potrebbero difendersi ancora meglio viste le continue aggressioni da parte dei detenuti e che sono purtroppo in continua crescita – prosegue Silvia Maino –  da sempre sensibile alle criticità alle quali sono sottoposti gli agenti di Polizia penitenziaria e per i quali si batte da tempo perché vengano dotati di taser”.

“Sono solidale con i sindacati di Polizia penitenziaria e con le dichiarazioni in difesa degli agenti da parte di Giuseppe Moretti, Presidente dell’Unione Sindacati di Polizia penitenziaria, U.S.P.P. Per il Pd, pertanto, non si può mostrare alla società civile ciò che compiono gli agenti nell’adempimento del loro servizio operativo e dell’addestramento, e anzi dovrebbe rimanere un segreto. Inoltre, sempre secondo la Sinistra, compito degli agenti non sono le funzioni di polizia bensì quelle di educatori e un semplice calendario forse potrebbe pure toccare la suscettibilità dei delinquenti che per decenni anche una certa politica li ha trasformati in vittime invece di carnefici. Una Sinistra che parte sempre lancia in resta in difesa di chi commette reati, vedi il caso di Ramy a Milano o i trasferimenti in Albania di clandestini di cui non sono ancora chiare le posizioni ma spesso dimentica chi invece mette a rischio l’incolumità personale come i poliziotti, in difesa dell’ordine pubblico e dei cittadini che non compiono reati. Il calendario e le foto in questione – puntualizza Maino – servono a mettere in risalto il lavoro degli agenti di Polizia penitenziaria, spesso pericoloso per gli stessi poliziotti che si trovano costretti a domare risse e atti di violenza o vandalici, ricordiamolo, a mani nude, e soprattutto a evidenziare che il rispetto delle regole, la disciplina, la sicurezza e l’ordine sono elementi imprescindibili per poter attuare il mandato costituzionale del recupero del reo. Non possiamo rischiare di trasformare i nostri istituti penitenziari in zone franche gestite dalla criminalità e sotto controllo dei clan, dove i traffici illeciti e la sopraffazione dei detenuti più deboli da parte di chi ha un alto spessore criminale, sia tollerabile e che la Polizia Penitenziaria debba restare a guardare inerme”, conclude Silvia Maino.

 

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