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VENEZIA : Zanoni : “Furto di Farmaci ANTITUMORALI a TREVISO, gravi omissioni nei controlli,denunciai la sospetta mancanza di farmaci già nel 2023. “

La Procura della Repubblica di Treviso sta indagando sei persone in merito al furto di farmaci antitumorali e salvavita, avvenuto nel deposito dell’ospedale di Treviso, per un valore di diversi milioni di euro. Questi farmaci sarebbero stati rivenduti in Russia a prezzi maggiorati fino a mille volte”. Sono le parole del consigliere regionale di Europa Verde Andrea Zanoni che spiega: “Grazie a una perquisizione dei NAS dei Carabinieri di Treviso, sono stati recuperati farmaci rubati per un valore di 320.000 euro. Tra i farmaci sottratti, vi sono anche quelli salvavita, con un costo fino a 10.000 euro a scatola. Pare che questi farmaci, inclusi quelli con effetti stupefacenti, non fossero nemmeno custoditi sottochiave. Segnalai l’anomala e sospetta carenza di farmaci dell’Ulss 2 con due interrogazioni all’assessore regionale Lanzarin: una del 31 gennaio 2024 e una del 27 dicembre 2023. Tra le promesse contenute nelle risposte alle interrogazioni, vi era anche quella, dello scorso 10 settembre, riguardante la riorganizzazione del sistema con il trasferimento del centro dei farmaci dall’ospedale di Treviso a Vittorio Veneto, cosa che a oggi non è ancora avvenuta”.

“Trovo incredibile – sottolinea il consigliere – che un ospedale come quello di Treviso non abbia ancora un sistema digitalizzato di controllo dei farmaci: siamo ancora all’età della pietra. Ci sono ancora gravissime mancanze nei confronti dei cittadini malati e gravi responsabilità da parte dell’assessore regionale e del direttore. Questa inefficienza nei controlli sulla filiera dei farmaci, nonostante i vari campanelli d’allarme, ha comportato che migliaia di malati, inclusi pazienti oncologici e anziani ricoverati nelle case di riposo, siano rimasti senza farmaci salvavita, perché, secondo l’ipotesi d’indagine, qualcuno li rubava indisturbato per rivenderli in Russia, approfittando della mancanza di controlli e di un sistema mai digitalizzato. E la cosa ancor più grave è che tutto sia emerso non da controlli interni, ma da una segnalazione anonima”. “L’ULSS di Treviso – conclude Zanoni – è proprio un colabrodo; dopo la dipendente accusata e condannata per aver sottratto 4 milioni di euro dalle casse dell’allora Ulss 9, ecco il furto di farmaci. Reati scoperti solo per caso e da qualcuno al di fuori”.

 

 

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