Venezia 27 gen. 2023 – “Dopo un’attenta valutazione sono pronto a depositare presso la Procura della Corte dei Conti e la Procura della Repubblica di Venezia due dettagliati esposti. In merito al possibile danno erariale e ad eventuali reati a carico dei responsabili di questo atto, che consente l’uccisione di uccelli migratori. Specie che, ai sensi della vigente normativa, in questo periodo devono essere invece protetti”.
Questa la reazione del consigliere regionale del PD Veneto, Andrea Zanoni, alla delibera della Giunta Zaia che porta la chiusura della stagione venatoria 2022-2023 al 30 gennaio alle specie del Germano reale, Folaga, Gallinella d’acqua, Alzavola, Mestolone, Canapiglia, Porciglione, Fischione, Codone, Marzaiola, Beccaccino e Frullino. “Un’approvazione unanime e palese, con le assenze degli assessori Donazzan e Bottacin. Una decisione che avviene come se la sentenza del Tar che aveva chiuso dal 20 gennaio la caccia ai migratori, non sia mai stata pronunciata, è come prendere a ceffoni il lavoro dei magistrati, questo è un affronto alla legalità”. L’esponente dem evidenzia, con una citazione testuale, che nella delibera il relatore, “dà atto che la struttura competente ha attestato, con i visti rilasciati a corredo del presente atto, l’avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l’approvazione del presente atto”. Il consigliere Zanoni nota che “ho letto questa frase e chiederò di avere tutti gli atti a corredo della delibera. Voglio sapere nomi e cognomi dei responsabili e degli uffici che hanno considerato regolare e legittima questa pratica, e mi attiverò da subito con specifici accessi agli atti” In conclusione Zanoni ricorda “all’Assessore competente e alla Giunta regionale che ci sono dei precedenti di condanna della Corte dei Conti di amministratori per abbattimenti illegittimi di esemplari di fauna selvatica. Il più noto è quello della sentenza della Corte dei Conti (Prima Sez. centrale Appello, 18 giugno 2018, n. 248) che in secondo grado ha condannato Alois Durnwalder, già presidente della Provincia autonoma di Bolzano, e Heinrich Erhard, già dirigente dell’Ufficio Caccia della Provincia autonoma di Bolzano, al risarcimento in favore dello Stato di 568.125 euro ciascuno e al risarcimento di 6.192,23 euro ciascuno in favore della Provincia di Bolzano più interessi, rivalutazione monetaria e spese per aver provocato un danno erariale di pari importo. Va aggiunto poi il reato di cui all’art.650 del codice penale che si applica anche quando non viene osservato un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragione di giustizia”.