Tra questi: il legale rappresentante di una S.r.l. intestatario anche di 2 immobili, 2 titolari di ditte individuali residenti in insediamenti nomadi, scommettitori in giochi e un beneficiario che sta scontando una pena in carcere. Altre tre persone percepivano il reddito di cittadinanza senza dichiarare lo stato di restrizione personale di componenti dei rispettivi nuclei familiari.
Nel perdurante periodo emergenziale, prosegue senza sosta da parte dei Finanzieri del Comando Provinciale di Vicenza, in sinergia e collaborazione con l’INPS, l’azione di contrasto al fenomeno dell’illegalità economico-finanziaria nel comparto delle prestazioni sociali erogate a sostegno delle fasce deboli della collettività, affinché sia assicurato appieno il corretto impiego delle risorse destinate, con importanti sforzi finanziari, alle fasce più bisognose della collettività . Le Fiamme Gialle beriche, grazie ad un approccio operativo sempre più trasversale e dinamico, nell’approfondimento di distinte posizioni, previamente selezionate nell’ambito dell’attività di polizia economico finanziaria, hanno infatti individuato 19 casi di illecita percezione del reddito di cittadinanza, con denuncia dei soggetti beneficiari di indebite percezioni per aver dichiarato il falso nella dichiarazione sostitutiva unica (D.S.U.), proponendo all’I.N.P.S. il blocco delle distinte posizioni controllate ed il recupero delle somme erogate per un totale pari a 159.997 mila euro. I contesti di investigazione sono stati piuttosto diversificati ed hanno interessato quasi tutto il territorio della provincia, in particolare: Vicenza, Bassano del Grappa, Schio, Montecchio Maggiore, Rosà, Valdagno, Roana, Poiana Maggiore, Carrè, Velo D’Astico e Valli del Pasubio.
Per 7 soggetti richiedenti di Rdc è stato accertato che gli stessi avessero dichiarato il falso in merito allo stato di residenza ai fini dell’ottenimento del beneficio. In un primo caso, è risultata aver falsamente dichiarato di vivere in Italia in modo continuativo da almeno due anni la beneficiaria di RdC di origine dominicana residente a Rosà (VI) segnalata dai finanzieri alla locale Procura per falsa attestazione di cose non vere con contestuale proposta di sequestro preventivo, con procedura d’urgenza, finalizzato alla confisca, del vantaggio economico indebitamente conseguito da aprile 2019 ammontante a 10.800 euro.
Anche un’altra percettrice di Rdc residente a Bassano del Grappa è risultata aver dichiarato il falso al momento della presentazione della domanda, tenuto conto che, sebbene avesse attestato di risiedere da almeno due anni nel territorio dello Stato in via continuativa, per parte di questo periodo, precisamente da marzo a novembre 2020, è invece risultata irreperibile alle Fiamme Gialle che l’hanno quindi segnalata alla Procura berica avanzando inoltre proposta di un provvedimento di sequestro preventivo, con procedura d’urgenza, finalizzato alla confisca, della somma di circa 696 euro, pari all’ammontare del beneficio indebitamente percepito.
Un terzo beneficiario di origini pugliesi, già cancellato dalle liste anagrafiche del comune di Legnago (VR) per irreperibilità, al momento della presentazione della domanda di RdC è risultato aver dichiarato la propria residenza nel comune vicentino di Poiana Maggiore, presso il quale, dagli approfondimenti delle Fiamme Gialle, è stato invece acclarato che questi non avesse mai dimorato così da segnalarlo all’Autorità Giudiziaria vicentina ed all’INPS per la revoca del beneficio ed il recupero delle erogazioni indebitamente percepite pari a 1044 euro.
In un altro caso di approfondimento, è stata segnalata alla Procura berica una beneficiaria di Rdc di origini albanesi residente in Montecchio Maggiore, per aver falsamente attestato cose attinenti lo stato di residenza, essendo risultata residente per la prima volta in Italia solo da gennaio del 2020. I Finanzieri hanno così provveduto a segnalare alla locale A.G. la beneficiaria richiedendo all’INPS la revoca del contributo e la restituzione delle somme indebitamente percepite pari a circa 594 euro.
Un’altra richiedente Rdc di origini moldave con cittadinanza italiana, residente a Noventa Vicentina, è stata segnalata alla Procura vicentina per false attestazioni, avendo presentato l’istanza di beneficio un mese prima che maturasse la permanenza minima di residenza in Italia ed avendo così conseguito un beneficio indebito per l’anno 2020 di circa 635 euro, sui quali è stata avanzata richiesta di recupero.
In un ulteriore caso, è risultata aver indebitamente percepito circa 855 euro di contributi di Rdc, la cittadina nigeriana residente a Valdagno, segnalata dai finanzieri all’A.G., che aveva falsamente attestato di essere residente in Italia da almeno 10 anni, mentre gli approfondimenti delle Fiamme Gialle hanno permesso di appurare che la sua prima residenza nel nostro Paese risalisse al 2015.
Anche per un beneficiario di Rdc originario del Senegal, ma residente a Bassano del Grappa, è scattata la denuncia all’A.G. e la proposta di applicazione di un sequestro preventivo sull’indebito contributo di 2.500 euro da questi percepito da dicembre 2020 ad aprile 2021, avendo lo stesso dichiarato cose non vere rispetto al requisito di residenza, dato che da poco meno di un anno è risultato iscritto al registro della popolazione residente di Bassano del Grappa ed essendo titolare di un permesso di soggiorno con causale “famiglia” e non di “lunga permanenza”. Per omessa comunicazione di vincite in denaro, sono stati 2 i beneficiari di Rdc segnalati dalle Fiamme Gialle all’Autorità Giudiziaria.
In particolare, in un primo caso è stata segnalata alla Procura partenopea, in ragione del luogo ove era stata presentata la richiesta di beneficio, una donna di origini campane, ma domiciliata nel vicentino, per talune irregolarità emerse attraverso l’approfondimento investigativo delle posizioni dei 10 componenti il proprio numeroso nucleo familiare. I militari hanno infatti appurato l’omessa comunicazione di vincite di danaro, oltre la soglia limite prevista (6000 euro + 2000 euro per ogni componente del nucleo familiare fino ad una massimo di 10.000 euro) di alcuni tra i componenti il nucleo familiare, nonché la mancata comunicazione della circostanza di applicazione di una misura di cautela personale in carcere, presso la casa circondariale di Vicenza, sempre di un membro del nucleo familiare della richiedente, condizione questa di immediata sospensione del beneficio che le Fiamme Gialle hanno quantificato in oltre 17.000 euro, somma sulla quale è stata quindi proposta all’Autorità Giudiziaria una richiesta di sequestro preventivo finalizzato alla confisca.
Una seconda beneficiaria di Rdc residente in Montecchio Maggiore, è stata scoperta dai finanzieri aver omesso la dichiarazione di somme di danaro provenienti da vincite da gioco online eccedenti la soglia limite (6000 euro incrementati di 2000 per la presenza di un figlio convivente), oltre la quale assumono rilevanza reddituale da dichiarare quindi nell’intero periodo d’imposta. Nei confronti della fortunata giocatrice, segnalata alla locale Procura, è stata altresì avanzata una proposta di sequestro del vantaggio indebitamente percepito per oltre 7.800 euro.
In un ulteriore caso di indebita percezione di Rdc, le Fiamme Gialle hanno scoperto che un beneficiario di origini campane, ma residente a Vicenza, aveva omesso di dichiarare al momento della richiesta del contributo e anche successivamente importanti dati connessi alla propria posizione lavorativa, familiare ed immobiliare. Il soggetto percettore infatti non ha mai dichiarato di essere legale rappresentante di una Srl con sede nel napoletano ed attiva nel settore dei trasporti né di essere intestatario di 2 immobili non dichiarati, con valore del patrimonio immobiliare complessivo superiore alla soglia limite di 30.000 euro. Il beneficiario ha altresì anche omesso la variazione di posizione lavorativa di un componente del proprio nucleo familiare, che, da ottobre 2019, è stato assunto a tempo determinato da una società a responsabilità limitata operante nel settore della fabbricazione di motori e generatori elettrici. I finanzieri hanno così segnalato il soggetto per indebita percezione del contributo quantificato in oltre 15.200 euro, nei cui confronti è stata altresì avanzata proposta di sequestro preventivo finalizzato alla confisca.
In un altro caso in esame, le Fiamme Gialle hanno riscontrato a carico di una beneficiaria di origini rumene residente a Vicenza la omessa comunicazione, sia all’atto di presentazione dell’istanza che successivamente, dell’inizio della propria attività di lavoro dipendente. La beneficiaria, che ha anche falsamente dichiarato che l’affitto dell’immobile di residenza fosse interamente a proprio carico, sebbene sia poi risultato cointestato con altro soggetto non inserito nel proprio nucleo familiare, è stata quindi segnalata alla locale Procura con proposta di sequestro preventivo finalizzato alla confisca delle somme indebitamente percepite ammontanti a oltre 19.200 euro.
Nel caso di una beneficiaria di Rdc residente a Roana, gli accertamenti dei finanzieri – eseguiti anche attraverso attività di pedinamento ed esame dei profili social – hanno permesso di rilevare che il proprio compagno convivente fosse titolare di consistenti redditi annuali, quantificati in oltre 90 mila euro nell’ultimo triennio, nonostante i due soggetti risultassero costituire due nuclei familiari anagraficamente separati. L’attestazione di dichiarazioni non vere ha così permesso alla beneficiaria di percepire dal 2019 un vantaggio indebito per circa 5.500 euro, somma sulla quale le Fiamme Gialle hanno avanzato proposta di sequestro preventivo alla locale Procura.
Nel caso di un beneficiario di Rdc di origini bresciane residente a Bassano del Grappa, i finanzieri hanno invece verificato che lo stesso, al momento della presentazione dell’istanza di beneficio, fosse sottoposto a misure restrittive della libertà personale, che costituiscono cause di esclusione del contributo, così segnalandolo all’Autorità Giudiziaria per omissione di informazioni dovute e contestuale richiesta di applicazione della misura di cautela reale nei confronti dell’ammontare del vantaggio indebitamente percepito da febbraio a dicembre 2020, pari a 2.200 euro.
In altri due casi, le Fiamme Gialle hanno denunciato 2 beneficiari di Rdc per mancata comunicazione dello stato detentivo in carcere di componenti il nucleo familiare.
In un primo contesto di approfondimento, è stata denunciata alla Procura berica per indebita percezione di contributi di Rdc per oltre 11.900 euro, la beneficiaria di origini friulane residente a Carrè (VI) che, al momento di presentazione della domanda di contributo, aveva omesso di dichiarare l’appartenenza al proprio nucleo familiare di un soggetto detenuto in carcere, con contestuale proposta di sequestro all’A.G. finalizzato alla confisca dell’indebito vantaggio acquisito.
Nel secondo caso, i finanzieri berici hanno segnalato alla locale Procura una beneficiaria di origini campane domiciliata a Vicenza che aveva omesso di comunicare, al momento di presentazione dell’istanza di contributo, lo stato detentivo in carcere di uno dei componenti il proprio nucleo familiare, così’ conseguendo indebiti contributi per oltre 16.250 euro, sui quali è stata avanzata dai militari una proposta di sequestro preventivo finalizzato alla confisca.
E’ stata anche segnalata alla Procura berica per aver indebitamente percepito la somma complessiva di circa 2.110 euro da agosto a dicembre 2020, la beneficiaria di Rdc di origini moldave residente a Valdagno, che aveva falsamente dichiarato ai fini dell’ottenimento del contributo l’assenza di componenti il proprio nucleo familiare intestatari o in possesso di autoveicoli di cilindrata superiore a 1600cc. Gli approfondimenti delle Fiamme Gialle hanno invece permesso di acclarare che uno dei componenti del nucleo familiare della beneficiaria risultasse intestatario di un autoveicolo immatricolato per la prima volta 3 mesi prima della presentazione della richiesta di contributo (nei 6 mesi antecedenti quindi la richiesta) e con cilindrata superiore 1600 cc.
In tre distinti casi, le Fiamme Gialle hanno approfondito la posizione di due richiedenti Rdc residenti in un insediamento nomadi di etnia “rom” della provincia.
Nel primo caso, la beneficiaria, sebbene titolare dal 2017 di ditta individuale attiva nel settore di supporto alle imprese, ha dichiarato di essere “non occupata” al momento di presentazione dell’istanza di beneficio, così conseguendo un indebito contributo da ottobre 2019 pari a circa 11.800 euro, vantaggio illecito sul quale è stata avanzata proposta di sequestro preventivo alla locale Autorità Giudiziaria.
Nel medesimo insediamento nomadi della provincia berica, è risultata residente anche una seconda beneficiaria di Rdc per le annualità 2017 e 2018 risultata invece priva dei previsti requisiti essendosi dichiarata “casalinga” nelle D.S.U. sottoscritte al momento di presentazione delle istanze. In particolare, gli approfondimenti delle Fiamme Gialle hanno appurato che sia lei che il compagno convivente, sebbene avessero dichiarato di essere “casalinga” e “non occupato”, erano in realtà dal 2017 titolari di ditte individuali con percezioni di redditi complessivi per circa 240.000 euro. Nei confronti della beneficiaria che è stata segnalata alla locale Procura è stata altresì avanzata una proposta di sequestro delle somme indebitamente percepite pari a quasi 18.600 euro.
In un terzo caso, una ulteriore beneficiaria di Rdc residente nello stesso insediamento nomadi della provincia, ad esito degli accertamenti dei finanzieri, è risultata priva dei previsti requisiti di accesso al contributo, avendo falsamente dichiarato che il compagno convivente fosse “non occupato”, sebbene questi sia risultato titolare dal 2011 di una ditta individuale. I militari hanno quindi segnalato la beneficiaria alla Procura berica avanzando una proposta di sequestro preventivo finalizzato alla confisca delle somme indebitamente percepite dalla stessa quantificate in quasi 15.200 euro.
Le Fiamme Gialle beriche hanno avanzato complessivamente all’Autorità Giudiziaria berica proposte cautelari patrimoniali degli indebiti contributi percepiti dagli illegittimi beneficiari per circa 160.000,00 euro ed hanno eseguito un provvedimento di decreto di sequestro emesso dalla citata A.G. a garanzia delle pretese erariali per circa 15.200 euro, a carico di una delle beneficiarie residenti all’interno dell’accampamento nomadi.
In 3 casi, l’esame delle posizioni di tre distinti soggetti, emerse dall’analisi di rischio, un cittadino nigeriano residente a Velo D’Astico, un cittadino originario e residente a Schio ed un vicentino residente a Valli del Pasubio ha invece acclarato la regolarità nell’accesso alle erogazioni assistenziali.
La Guardia di Finanza prosegue quindi la propria azione di contrasto ai fenomeni di indebito accesso ad erogazioni pubbliche ed a prestazioni assistenziali che minano la coesione sociale, generando iniquità a danno dei cittadini davvero bisognosi del sostegno pubblico.