VICENZA : Pronti oltre 150 mila mazzetti made in Italy in provincia , ma pesano i cambiamenti climatici. Oltre quattro vicentini su dieci regaleranno una mimosa l’8 marzo.
Oltre quattro vicentini su dieci regaleranno una mimosa o un fiore in occasione dell’8 marzo, con una netta maggioranza rispetto a quanti preferiranno dolci o cioccolatini (14%), mentre il 42% non donerà nulla. È quanto emerge da una rilevazione online di Coldiretti realizzata in occasione del tradizionale appuntamento della Festa della Donna, che ricorda la forza ed il ruolo femminile nel mondo.
Tra quanti scelgono un omaggio floreale, aumenta quest’anno la percentuale di coloro che si indirizzano verso altri tipi di fiori, anche se la mimosa resta ancora la preferita. “La tendenza 2024 – rivela Coldiretti Vicenza – è peraltro proprio quella di abbinare al tradizionale ramoscello giallo altri tipi di fiori con una netta preferenza per quelli di colore viola, come anemoni, ranuncoli, gerbere o violeciocca, che garantiscono un effetto cromatico piacevole”. “Quest’anno – sottolinea Coldiretti Vicenza – la produzione della mimosa, che prevalentemente riguarda la Liguria, è stata fortemente condizionata da un inverno bollente con temperature elevate che hanno determinato la fioritura già nella prima metà gennaio con due mesi di anticipo rispetto al tradizionale appuntamento dell’8 marzo. Ma anche l’ultima ondata di maltempo ha causato problemi alle piante tardive, con la perdita di parte del prodotto, anche se complessivamente la produzione è stata su livelli soddisfacenti.
Ai problemi causati dal clima si sono aggiunti, peraltro, quelli legati all’esplosione dei costi di produzione a partire dall’utilizzo dei frigoriferi per salvare il prodotto che ha pesato sui bilanci delle aziende”. Una particolare attenzione all’ambiente. Oltre ad essere il simbolo della presenza femminile nel mondo, l’acquisto della mimosa esprime anche un’importante attenzione all’ambiente, perché si salva così una coltivazione realizzata in Italia con tecniche eco-compatibili soprattutto nei tipici terrazzamenti che si affacciano sul mare, altrimenti destinati al degrado ed all’abbandono.
La mimosa venne introdotta in Europa intorno al 1820 trovando in Italia ottime condizioni di coltivazione e clima e dal 1946 è il simbolo dell’8 marzo nel nostro Paese. Le varietà più diffuse sono la Floribunda e la Gaulois che è più rigogliosa. Tagliare gli steli per una migliore conservazione. Le foglie di mimosa, composte da tante foglioline verde chiaro, in caso di pericolo (per esempio se vengono sfiorate o la temperatura supera i 20 gradi) si ritraggono, ed è per questa particolare reazione che ha preso il nome scientifico “mimus”, dal latino attore mimico. Per conservare al meglio i rametti di mimosa con i loro fiori gialli è bene tagliare quanto prima gli steli che devono rimanere per due ore in acqua pulita e inacidita con due gocce di limone.
Vanno quindi collocati in penombra e mantenuti in ambiente fresco ed umido, perché la mimosa rilascia molta acqua attraverso la traspirazione e bisogna evitare che la perdita di liquidi faccia seccare rapidamente il fiore.