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CHIOGGIA (VE) : SCANDALO , GRANCHIO BLU GRECO VENDUTO IN PESCHERIE DEL POLESINE

Il Granchio Blu continua a d essere protagonista della cronaca anche in queste prime battute d’autunno.  Mentre chef, gastronomi e influencers si stanno sfidando a colpi di ricette a base di crostaceo blu,  la grande distribuzione organizzata ha iniziato a commercializzare il ‘Callinectes sapidus’ in centinaia di punti vendita lungo tutto lo stivale. Ma lo scandalo denunciato oggi riguarda alcune importanti pescherie del Polesine Veneto e Delta del Po Emiliano, le zone maggiormente colpite dall’invasione di questo temibile predatore, definito anche il ‘killer dei mari ’.  “Nello svolgimento di un approfondito studio proprio sul granchio blu mi sono imbattuto sui social addirittura in messaggi pubblicitari che reclamizzano – senza alcuna vergogna – la vendita di polpa di granchio blu greca all’interno di pescherie polesane ed emiliane.” afferma Paolo Caratossidis presidente di Cultura & Cucina, l’associazione di promozione enogastronomica che sta studiando il fenomeno sotto diverse angolature, economiche, sociali e gastronomiche.

E precisamente in Pescheria ‘Dal gambero alla Balena ’Sarto S.r.l. in statale Romea a Porto Viro in provincia di Rovigo e in Pescheria ‘Cavalieri Aldo Rosina’ di Porto Garibaldi, frazione del Comune di Comacchio in provincia di Ferrara. E continua: “Non credo siano casi isolati, anzi, penso proprio che la polpa di granchio blu proveniente dalla Grecia stia spopolando tra gli acquisti delle pescherie in giro per tutta Italia. È una vergogna, tanto più, se questa concorrenza sleale avviene proprio nelle zone maggiormente colpite dal flagello con il settore ittico locale messo in ginocchio’. In questi giorni si è registrato anche l’interessante intervento del WWF Italia che ha portato sul tavolo della discussione il caso studio della Tunisia. Il granchio blu rappresenta – infatti – il 25% delle esportazioni di pesce del paese nordafricano: nel 2021 in Tunisia l’export di granchio blu ha raggiunto le 7.600 tonnellate per un valore di 24 milioni di dollari, una cifra raddoppiata rispetto al 2020. Un esempio da manuale di come una piaga sia diventata nei fatti una storia di successo. “Sarebbe ora di capire – vista l’entità del fenomeno ed il suo valore commerciale– che il prodotto ‘granchio blu’ italiano dovrebbe essere salvaguardato, e non demonizzato, come hanno fatto in molti per ignoranza e pregiudizio. E bisogna iniziare seriamente a promuovere la nascita di una filiera virtuosa che porti valore al nostro territorio.

A dicembre premieremo tra le Eccellenze Venete Food & Wine 2023 il pastificio padovano Artusi che ha usato la polpa di granchio blu reale dell’Adriatico nei suoi apprezzatissimi ravioli.” conclude Paolo Caratossidis.

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