Le mutazioni dei lupi di Chernobyl li hanno trasformati per sopravvivere alle radiazioni fuoriuscite dalla centrale ucraina decenni fa.
Generazione dopo generazione, i lupi che vivono nell’area dove sorgeva la centrale nucleare ucraina di Chernobyl esplosa nel 1986, sembrano aver sviluppato specifici meccanismi per sopravvivere all’elevato livello di radiazioni al quale sono da decenni quotidianamente esposti. Le cellule del loro sistema immunitario e i loro profili di espressione genica, in particolare, presentano delle alterazioni che distinguono questi esemplari dai lupi che vivono in aree non contaminate. A indicarlo sono i risultati presentati da Cara Love, biologa evoluzionista ed ecotossicologa presso l’Università di Princeton (Stati Uniti), durante il congresso annuale della Society of integrative and comparative biology, svoltosi il mese scorso a Seattle. I risultati non sono ancora stati pubblicati su una rivista scientifica, ma, in base a quello che la biologa Cara Love ha riportato durante il congresso della Society of integrative and comparative biology, il sistema immunitario dei lupi presi in esame sembra aver subito delle alterazioni simili a quelle riscontrabili nei pazienti oncologici sottoposti a radioterapia. Inoltre, si legge nell’abstract della ricerca, le analisi effettuate hanno messo in luce la rimodulazione di alcuni processi fisiologici dei lupi come l’apoptosi (la morte programmata delle cellule) o della stessa risposta immunitaria, che potrebbero rendere gli animali più resistenti allo sviluppo di tumori.