MIRA (VE) : QUESTIONE RECKITT (EX MIRA LANZA) DI MIRA, I SINDACATI PREOCCUPATI PER VOCI SU VENDITA DI RAMI D’AZIENDA. CHIESTO UN INCONTRO URGENTE
Ci sono forti timori tra i rappresentanti sindacali territoriali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Fialc Cisal Venezia per le sorti di centinaia di lavoratori di Reckitt con sede a Slough (Regno Unito), la multinazionale nei settori salute, igiene e casa che ha anche un importante base a Mira (ex Mila Lanza), dove vi lavorano 300 dipendenti tra il Centro ricerche (il più grande d’Europa) e la fabbrica. A questi vanno aggiunti l’indotto collegato e i circa 200 lavoratori della sede commerciale di Milano. Nei giorni scorsi, infatti, il Gruppo ha annunciato una rilevante divisione generale in “segmenti”, con un’ipotesi di vendita di alcuni di essi. Una grossa manovra finanziaria, dunque, che sta generando molte preoccupazioni, perché ci saranno alcuni brand che riguardano proprio lo stabilimento veneziano dove vengono sviluppati e prodotti.
L’operazione potrebbe creare, a detta delle Segreterie territoriali, una “trasformazione” significativa all’interno del sito mirese. «Uno dei nostri timori – spiegano i dirigenti sindacali territoriali, Francesco Coco (Femca Cisl Venezia), Mauro Vangelista (Filctem Cgil Venezia) e Cristian Scarpa (Fialc Cisal Venezia) – si basa sull’età anagrafica di molti lavoratori. Pertanto, vorremmo capire quali saranno le conseguenze di questa vasta manovra finanziaria. Abbiamo tanti dubbi; ad esempio, non riusciamo a capire i motivi che hanno spinto Reckitt a voler frazionare il gruppo. Crediamo che, dietro a ciò, ci possa essere un piano di riassetto a livello territoriale, e consideriamo inaccettabile una eventuale decisione unilaterale».
Le tre organizzazioni sindacali chiedono, pertanto, di conoscere in tempi rapidi il futuro piano industriale dell’azienda. Di conseguenza, le segreterie territoriali chiederanno un tavolo istituzionale per avviare e governare assieme questa delicata operazione. «Tuttavia temiamo, però, – ribadiscono Coco, Vangelista e Scarpa – che l’azienda non abbia considerato le ripercussioni che potrebbero esserci su lavoratori e lavoratrici che da anni hanno contribuito alla crescita e allo sviluppo aziendale. Come segreterie territoriali, pretendiamo di conoscere le strategie future del Gruppo e chiediamo, con urgenza, di avere un incontro con i vertici italiani di Reckitt. Tutti i dipendenti non possono e non devono essere tenuti all’oscuro di quanto sta succedendo».