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PADOVA : In piazzetta Sartori sboccia “FIORITURE”, inno di rinascita e resilienza

In  piazzetta Sartori a Padova è finalmente sbocciata “FIORITURE”, opera d’arte contemporanea di Enrico Marcato, simbolo di rinascita e resilienza frutto dalla collaborazione tra l’agenzia patavina 3.2 Comunicazione e Banca di Asti, che attraverso questa donazione ha voluto rafforzare e consolidare la sua presenza pluriennale in città. La scelta di rappresentare questi due concetti tramite l’installazione di un albero in metallo di oltre 3 metri di altezza a tinte variopinte è legata proprio alla volontà, espressa fortemente dalla Banca astigiana, di sottolineare l’attivismo e la vitalità artistica e culturale di Padova con un elemento che ambisce, tra le altre cose, a raffigurare l’emblema del progetto comunale “10 mila alberi per Padova”.

A fare gli onori di casa l’assessore alla cultura Andrea Colasio: «Il Palazzo della Ragione, la stessa Cappella degli Scrovegni nacquero mettendo assieme cultura, banca e finanza. È un’antica tradizione che ha attraversato l’identità padovana nei secoli, tanto che oggi sono numerose le banche impegnate in azioni di valorizzazione culturale. Marcato lo apprezzo molto, ha sempre saputo giocare sui materiali esistenti, è un artista che ha una sua cifra e che si inserisce bene in questa piazza. La città ha bisogno di diffusività culturale: abbiamo la Biennale della street art e due siti Unesco, siamo Capitale artistica del Trecento oltre che una città con la volontà strategica di dialogare con i linguaggi del contemporaneo». Proprio a poche centinaia di metri dalla piazzetta luogo dell’installazione sorge un gigantesco castello che nel giro di tre anni diventerà il più grande polo europeo per il design e l’arte contemporanea. «Il fatto che le nostre piazze possano ospitare opere di artisti contemporanei che sappiano confrontarsi con quei tipi di linguaggi è uno dei tanti modi che abbiamo di raccontare Padova come grande città europea, anche ai tanti turisti che continuano ad attraversarla in questi giorni». Banca di Asti ha così dimostrato «intelligenza culturale e strategica: è venuta qui in punta di piedi, inserendosi nell’humus cittadino e recependo l’antico messaggio di Scrovegni e magnates padovani di saper coniugare bello e denaro, il quale non è il demonio ma anzi si può declinare in opere di valore, come questo bellissimo albero. Chissà che si riesca a continuare una collaborazione strategica così proficua».

Enrico Marcato ha dunque presentato l’opera: «“Fioriture” è un albero artificiale, dinamico e in continua evoluzione. Io di solito non do molti nomi alle mie opere, ma in questo caso il senso era rappresentare il concetto che, a prescindere da tutto ciò che stiamo vivendo, gli alberi continueranno a fiorire e la natura a fare il suo corso. Questa struttura è fatta con metalli di scarto: non sono stati comprati pezzi nuovi, il fabbro con cui ho collaborato mi ha dato le sue rimanenze. Ne è nato un albero tridimensionale, ipercolorato, in un’epoca artistica nella quale dove tutti tolgono mentre io aggiungo cose che possono creare benessere, come il colore. Non a caso molte persone che sono già passate di qui hanno sorriso vedendo l’albero e questa non è che una reazione data dal colore: potevamo farlo in acciaio corten, molto minimale, ma io tendo sempre a osare, volendo trasmettere positività. Così come l’usura della struttura in metallo sarà metafora della vita che passa, le “fioriture” resteranno sempre colorate, perché anche gli alberi rifioriscono sempre, in un ciclo continuo che va al di là di tutto». L’albero dunque è stato scelto come rappresentazione di «radicamento, resilienza, adattamento, rigenerazione, evoluzione».

Il direttore commerciale di Banca di Asti Roberto Benassi ha sottolineato come «il senso dell’opera “Fioriture” per Banca di Asti è quello di consolidare ulteriormente il rapporto con la città di Padova, nella quale crediamo fortemente da 5 anni. Quest’opera ci rappresenta molto in quanto siamo una banca vivace, ardita. Quando abbiamo deciso di spostarci a Nord-Est è stato un azzardo: abbiamo 150 anni di storia e oltre 200 filiali, quasi tutte a Nord-Ovest, ma con grande piacere devo dirvi che ci sono molte similitudini con il Nord-Est. Siamo una banca del territorio e il tessuto imprenditoriale del Nord Italia è ricco, vivace, ha voglia di avere a che fare con banche che credono nel loro futuro e quest’opera guarda avanti, con il sorriso. Ho sempre adorato Padova perché è dinamica e ci chiede sempre tante cose: vogliamo diventare una banca di riferimento e la nostra mission è investire nell’imprenditoria locale. Ringrazio allora la città per averci accolto così bene, stiamo facendo un ottimo lavoro: ad oggi abbiamo quasi 2mila conti attivi nelle tre filiali aperte e i dati sono in crescita. Di recente abbiamo aperto Verona e Treviso, entro fine anno apriremo Venezia-Mestre, a inizio 2023 a Vicenza. Se avete delle idee siamo qui, pronti ad ascoltarvi». 

Tra il pubblico diversi clienti, ma anche persone provenienti da altri istituti che hanno espresso a viva voce la volontà di cambiare banca.

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