“I coltivatori più anziani lo sostenevano sin dal luglio scorso: mentre i livelli di fiumi e canali si abbassavano e i campi destinati all’agricoltura pativano un siccità senza precedenti, che metteva a repentaglio le produzioni delle coltivazioni cerealicole, della soia e alcune cultivar di vite, per le vigne di “friularo” le alte temperature e le scarsissime precipitazioni non sarebbero state un problema. Anzi, avrebbero posto le basi per un’annata da record, dimostrando quanto il territorio della bassa padovana sia vocato per questo genere di coltura – spiega Roberto Lorin, presidente di Conselve Vigneti e Cantine, a margine dell’ennesimo sopralluogo fra le viti di un socio della Cantina – La particolare varietà di Raboso Piave da cui oggi ricaviamo il nostro Friularo DOCG ha tratto beneficio da una stagione inizialmente siccitosa, cui hanno fatto seguito precipitazioni generose, tra la fine di agosto e l’inizio di settembre. E i risultati, attesi dai coltivatori più ottimisti, sono ora sotto gli occhi di tutti. Interi filari, da Bagnoli, a Conselve e in tutta l’area della DOCG, traboccano di grappoli corposi, compatti e in grado, come confermano le analisi sul contenuto zuccherino degli acini, di regalare un prodotto di eccellenza. In queste ore è iniziata la vendemmia delle prime uve destinate all’immediata spremitura e quindi alla produzione di Raboso IGT, derivanti dai vigneti che hanno una resa superiore ai 120 quintali di uva per ettaro, per questo non compatibili con le rigide prescrizioni del disciplinare della DOCG – chiarisce Lorin – Parallelamente sono cominciati i controlli in campo per l’individuazione dei vigneti con caratteristiche idonee alla produzione di Friularo DOCG che saranno vendemmiati dal 17 ottobre e le cui uve trascorreranno un periodo di appassimento prima della spremitura: alcune adagiate su piccole cassette, custodite nel nostro fruttaio a temperatura controllata e costante. Altre, le più pregiate, saranno invece destinate all’appassimento tradizionale: dopo la pinzatura dei capi a frutto che le reggono, saranno lasciate maturare direttamente in pianta, secondo l’antico costume che prevede la vendemmia durante l’Estate di San Martino, attorno all’11 novembre. La soddisfazione che sento diffondersi fra i soci mi conforta – insiste il presidente di Conselve Vigneti e Cantine – Molti di loro hanno salvato la stagione agricola grazie alla coltivazione di questa varietà di vite che consentirà di supplire alle minori rese derivanti da altro genere di colture. Partecipando peraltro alla produzione di un vino che, da un paio di anni, dopo essere stato apprezzato nei mercati esteri della Svizzera e del Nord Europa, sta tornando protagonista anche nella sua provincia”.
CAFETV24
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