Sono 127 le tonnellate di olio alimentare esausto raccolte nel 2021 nell’ambito della campagna di Etra “Non siamo solo fritti” che coinvolge 63 Comuni nelle province di Padova e Vicenza. Materiali che Etra avvia al riciclo per la produzione di biodiesel, nel vero spirito dell’economia circolare. «Una quantità importante – spiega il Presidente di Etra, Flavio Frasson – e in crescita rispetto al 2020 di 16 tonnellate, ma inferiore rispetto al 2017, quando ne erano state raccolte circa 150 tonnellate. Un calo dovuto alla crisi economica, che porta le persone a riutilizzare più volte lo stesso olio in cucina, ma anche e soprattutto ai ladri d’olio, che aspirano il liquido dalle cisterne poste in strada per poi rivenderlo. Dal 2016 si sono susseguite le denunce alle Autorità competenti da parte di Etra, almeno sei episodi rilevati fino al 2019, ma senza risultato».
Fiorisce secondo il CONOE (Consorzio Nazionale per la raccolta e il trattamento di Oli e grassi vegetali e animali Esausti), il mercato clandestino degli olii esausti. Sono 15 mila le tonnellate che ogni anno vengono sottratte al riciclo dalla criminalità, che spesso vende questi materiali non solo per la produzione di carburanti, ma anche per l’inserimento in mangimi o nell’olio da cucina in vendita.
Per evitare i furti di olio, ma anche per fornire un servizio di miglior qualità nel rispetto dell’ambiente, Etra ha avviato una campagna di sostituzione delle vecchie cisterne con nuove attrezzature più funzionali che permettono di cambiare il metodo di conferimento: l’olio non andrà più versato sfuso, ma andrà raccolto in bottiglie di plastica usa e getta che, ben chiuse, andranno inserite direttamente nei contenitori. In questo modo l’olio non creerà sporcizia e non sarà più possibile estrarlo.
«Il conferimento dell’olio sfuso nelle cisterne negli ultimi anni ha generato diverse criticità legate sia al decoro delle attrezzature che alla contaminazione del rifiuto dovuto a materiali non conformi versati all’interno – puntualizza Frasson –. Saranno posizionati in modo graduale circa 210 nuovi contenitori che sostituiranno quelli già presenti nel territorio e nei Centri di raccolta. La sostituzione sarà accompagnata da una campagna informativa che inviterà le persone a smaltire in modo corretto l’olio domestico, che non solo costituisce una risorsa economica se correttamente conferito e lavorato, ma che altrimenti è un pericolo per l’ambiente».
Nei Comuni di Etra si producono ogni anno circa 2 chilogrammi a testa di olio alimentare usato, per un totale di 1.200 tonnellate, che finiscono troppo spesso nei lavandini o nel wc. Un comportamento che può provocare l’intasamento degli scarichi aumentando i costi di depurazione e provocando l’inquinamento delle acque dove si forma un velo sulla superficie che non permette lo scambio dell’ossigeno tra l’acqua e l’aria con conseguenti danni all’ecosistema, moria dei pesci e della flora acquatica. E ne basta poco: un litro di olio da cucina può inquinare uno specchio d’acqua grande come un campo da calcio oppure un milione di litri d’acqua. «Il CONOE stima che in Italia vengano prodotte dalla ristorazione, dall’industria e dalle famiglie 230 mila tonnellate di olio esausto ogni anno – conclude Frasson –. Materiali che per la maggior parte finiscono nei corsi d’acqua e nel mare con un danno stimato in 16 milioni di euro l’anno (dati 2018), escludendo il danno ambientale e il costo degli interventi necessari per risanare i siti inquinati. Non solo, siamo di fronte a un inutile spreco di risorse. Infatti, se l’intera produzione fosse raccolta, genererebbe un valore stimabile intorno agli 84 milioni di euro».