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ITALIA : Tumore colon-retto, tumore della mammella, melanomi metastatici e tumore del polmone: giganti passi della scienza e straordinarie opportunità.

Se  da un lato il tumore ha accelerato la sua corsa arrivando a contare quasi 4milioni di persone (circa il doppio rispetto a 25 anni fa), dall’altro l’innovazione scientifica ha fatto passi da gigante.
È quanto emerso nel corso della quarta tappa ONCOnnection – Stati generali dell’Oncologia CENTRO: TOSCANA, LAZIO, UMBRIA, ABRUZZO”  – con la sponsorizzazione non condizionante di GSK, Takeda, AstraZeneca, Daiichi-Sankyo, Gilead e Servier moved by you – in corso di svolgimento a Roma. Due giorni di lavori, l’1 e il 2 dicembre 2022, interamente dedicati alle novità che ruotano attorno all’oncologia in queste regioni d’Italia e che fanno parte del grande percorso “ONCONNECTION” realizzato negli ultimi due anni su iniziativa di Motore Sanità, che fino ad oggi ha riunito le esperienze in campo oncologico di tutte le regioni di Italia e che vede a raccolta i massimi esperti, le associazioni dei pazienti e le istituzioni.

Così Gianni Amunni, Coordinatore Rete Oncologica Toscana: “Sono aumentati i pazienti anziani trattati. Abbiamo a che fare con una popolazione oncologica che è diversa da quella di 30 anni fa, perché la maggior parte sono anziani e con comorbidità. Più del 35% di questi pazienti sono in terapia orale. Un dato buono, se pensiamo al risvolto positivo in termini di qualità di vita. Ma i successi in oncologia non finiscono qui. Qualche dato, per rendere l’idea:

  • Tumore colon-retto siamo passati dal 52% al 66% di sopravvivenza in 20 anni.
  • Tumore della mammella siamo arrivati al 90% di sopravvivenza per i casi dello screening.
  • Melanomi metastatici il 20% dei soggetti con questa neoplasia vivi a 10 anni
  • Tumori del polmone 25% vivi a 5 anni con questa malattia.

Ciò detto, credo sia importante un nuovo modello per cui ragionare. Oggi il 40% dei tumori sarebbero evitabili con corretti comportamenti individuali e collettivi. Se riuscissimo a ridurre anche solo del 10% questo dato sarebbe già un successo in termini di vita. Nell’ambito della prevenzione secondaria gli screening riducono l’incidenza di mortalità del 10-15%. L’innovazione, e qui mi riaggancio al discorso iniziale, è il pane quotidiano dell’oncologia. Non bisogna avere paura del cambiamento, ma bisogna saperlo cavalcare”.

Ha parlato di innovazione in termini di target therapy e terapia personalizzata Gabriella Fontanini, Direttore di Scuola di specializzazione Anatomia Patologica, Università di Pisa: “Le terapie a bersaglio molecolare hanno cambiato radicalmente il paradigma diagnostico terapeutico di molte neoplasie (polmone, colon-retto e altri) e più di recente l’avvento dell’immunoterapia ha reso necessaria l’identificazione di alterazioni molecolari che accomunano trasversalmente più tipi di tumore rendendo più complesse le analisi molecolari all’interno dei laboratori di Anatomia Patologica. La sostenibilità economica di test molecolari approfonditi (ad esempio carico mutazionale), in neoplasie rare per pazienti con fallimento di precedenti linee terapeutiche che potrebbero comunque beneficiare di farmaci off label, ha reso necessaria la costituzione di organismi di governance clinica che, includendo tutte le professionalità coinvolte nella gestione di un paziente oncologico, siano in grado di valutare la possibilità di trattamenti personalizzati per quel specifico paziente. Questo è il ruolo del MtB che varie regioni Italiane hanno istituito e che per alcune è già funzionante essendo sostenuto da una rete oncologica regionale che facilita l’accesso dei casi clinici da valutare. L’analisi del profilo mutazionale può essere eseguita attraverso piattaforme analitiche molto sofisticate, come le tecnologie di Next Generation Sequencing, che richiedono esperienza, layout di laboratorio appropriati e una attenta ottimizzazione delle attività nell’ottica di una corretta sostenibilità economica, considerando che test che possono costare 10 in centri che hanno flussi di attività elevati, potrebbero costare 300 laddove la numerosità sia inferiore. Tali obiettivi possono essere raggiunti attraverso la centralizzazione di tali attività in strutture di riferimento, in grado di gestire adeguatamente tutte le necessità cliniche, garantendo l’accesso ai test genomici e alle terapie mirate a tutti i pazienti che ne hanno necessità”.

 

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