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VICENZA : CRISTINA GUARDA , “Tentato strangolamento di una dott.ssa nel Pronto Soccorso di Vicenza: inaccettabile che i sanitari subiscano la frustrazione per un sistema che non funziona”

VICENZA :  “Non ci stancheremo di denunciare politicamente la situazione degli ospedali veneti, sempre più traballante a partire dai Pronto soccorso, perché quando la macchina si inceppa la rabbia rischia di esplodere. In Sanità, questo significa il rischio che la frustrazione dei pazienti che non trovano risposte si traduca in aggressioni inaccettabili ai danni di medici e infermieri. Pertanto, continueremo ad attivarci per sollecitare la Regione affinché affronti e risolva una volta per tutte i problemi di sistema ormai cronici, come la fuga dei medici che non trovano più condizioni attrattive in sanità e il depauperamento delle strutture che non hanno posti letto adeguati”. Così Cristina Guarda, consigliera regionale di Europa Verde.

“I corsi di autodifesa del presidente Zaia e dell’assessore Lanzarin non possono essere la soluzione per fermare le aggressioni, anzi, in questo modo il rischio è di far percepire un clima di violenza latente come in carcere. La questione salute – evidenzia la consigliera – diventerà un problema di conflitto sociale se continuiamo a pensare a soluzioni rivolte alla repressione anziché nella cultura, con la contrazione dei servizi in maxi ospedali, una riduzione posti letto senza la necessaria riorganizzazione gestionale che renda gli ospedali una sede di lavoro attrattiva per i professionisti e sicura per tutte e tutti. La Regione del Veneto utilizza la carenza dei medici come una scusa per giustificare le errate scelte di programmazione, dopo aver approvato schede ospedaliere che cancellano lungodegenze e rendono a pagamento il servizio intermedio tra ospedale e casa. Rivolgo un appello a tutti i cittadini stanchi di questa situazione: invece di covare e reprimere la nostra frustrazione, che prima o poi scoppierà, usiamola per fare il nostro bene, esigendo dal presidente Zaia ed i suoi azioni per la sanità pubblica, non privata”, conclude Guarda.

 

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