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VENEZIA : ESTESO IL PIANO DI CONTROLLI SULLE STRUTTURE RICETTIVE SU TUTTO Il LITORALE DELLA PROVINCIA.

Nelle scorse settimane, sono stati effettuati diversi incontri, presso il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia  di Venezia, con i referenti delle Amministrazioni e delle Polizie Locali dei principali comuni costieri della provincia coinvolti nel progetto (oltre Venezia, Chioggia, Jesolo, Cavallino Treporti, Caorle, Eraclea e S. Michele al Tagliamento per Bibione) al fine di mettere a punto strategie operative comuni e per illustrare le potenzialità dell’applicativo D.O.G.A.L.E., il software creato ad hoc dalla Guardia di Finanza di Venezia che, incrociando i dati degli annunci delle offerte ricettive di tutta la provincia acquisibili dalle pagine web con quelli relativi alle strutture ufficialmente censite dai Comuni e dalla Regione nonché con le informazioni reddituali desumibili dalle banche dati in uso al Corpo, fornisce un importante ausilio nella selezione delle strutture a rischio.

L’intensificazione dei controlli riguarderà l’intero periodo estivo (da metà giugno a metà settembre) con l’obiettivo di individuare il maggior numero di strutture ricettive extralberghiere (bed and breakfast, affittacamere, locazioni turistiche, etc.) abusive o non in regola, sia rispetto alle prescrizioni stabilite dalla Legge regionale 14 giugno 2013 n. 11 che dal punto di vista strettamente fiscale e vedrà impegnati i militari dei vari Reparti del Corpo territorialmente competenti (Venezia, Chioggia, Jesolo, Caorle, San Donà di Piave e Portogruaro) e le diverse Polizie Locali.

L’iniziativa replica il piano “Back in Venice”, in costante attuazione da parte del Comando Provinciale di Venezia in stretta collaborazione con la Polizia Locale di Venezia che, dallo scorso giugno e non solo nel periodo estivo ma anche per le festività natalizie, di carnevale e pasquali, ha consentito di individuare oltre 60 strutture totalmente abusive, comminare sanzioni amministrative per oltre 500.000 euro per varie irregolarità, sanzioni in materia di lavoro nero per oltre 40.000 euro nonché segnalare redditi non dichiarati per più di 5 milioni di euro.

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