“Il Ministero delle Politiche Agricole ci ripensi, quei 9 milioni sono necessari alla realizzazione della barriera anti-cuneo salino, per evitare l’avanzata dell’acqua marina e il rischio desertificazione non solo nei territori tra Padova e Venezia, ma anche in aree che toccano le province di Vicenza e Verona”. Così Marco Dolfin, consigliere regionale dell’intergruppo Lega-Liga Veneta.
“Questo stop al finanziamento è un passo indietro del Governo ( di cui però la Lega ne fa parte ) dopo che era stato approvato in Senato l’ordine del giorno per la realizzazione della diga sul fiume Brenta, nel Comune di Chioggia. Parliamo di un progetto già esecutivo dal 2016 e cantierabile. Lo sbarramento anti-cuneo salino sul Brenta è un progetto che interessa quattro province: Venezia, Padova, Vicenza e Verona, la direttrice del Brenta. Un’opera necessaria per mettere in sicurezza dalla desertificazione tutta l’area di produzione del radicchio di Chioggia Igp e in generale delle colture di Chioggia, Cavarzere e della Bassa Padovana. Ma non solo, perché la risalita del cuneo salino sul Brenta riguarda anche altri territori veneti perché durante i periodi di magra del Brenta, visto anche il periodo di emergenza idrica, l’acqua marina risale l’asta del fiume e minaccia le colture oltre alle falde superficiali. Ogni ente deve fare la sua parte: il Comune di Chioggia è disponibile, così farà la Regione e ci appelliamo al Governo affinché faccia altrettanto. Quest’opera è quanto mai necessaria, soprattutto per i prossimi anni, per la stessa sopravvivenza delle colture e delle falde. Invitiamo con urgenza a cercare, nelle pieghe del bilancio, queste possibili, importanti, risorse”.