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TRENTO: GIORNATA DA INCUBO IN CARCERE, DETENUTO AGGREDISCE POLIZIOTTO E INFERMIERI

Ferma la  presa di posizione di Massimiliano Rosa, segretario provinciale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che rilancia il grido d’allarme del personale di Polizia in servizio nel carcere di Trento dopo l’ultimo grave episodio avvenuto martedì nella Casa circondariale di Spini di Gardiolo: “Nella serata di martedì 2 gennaio, verso le ore 19.30 circa, un detenuto di origini nordafricane, dopo un diverbio con un operatore sanitario, rientrava in cella. Poco dopo, pretendeva di ritornare presso l’infermeria per alcune cure, e, una volta giunto nei locali, con uno scatto repentino colpiva l’operatore sanitario. Le richieste di aiuto dell’infermiere venivano raccolte dai due poliziotti in servizio che accorrevano subito in suo aiuto. Il detenuto colpiva l’infermiere e aggrediva ripetutamente i poliziotti penitenziari. Solo la prontezza e la professionalità del personale di Polizia ha impedito che l’accaduto abbia avuto conseguenze molto più gravi”.

“Il SAPPE”, prosegue Rosa, “esprime la propria vicinanza e il proprio sostegno agli agenti e all’operatore sanitario ma denunciamo che gli istituti di pena della Penisola oramai vivono quotidianamente eventi drammatici. Per questo confidiamo nell’Amministrazione Penitenziaria affinché adotti tutti i procedimenti a tutela degli operatori”. Ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri regionali, siamo in balia di questi facinorosi, convinti di essere in un albergo dove possono fare quel che non vogliono e non in un carcere! Facciamo appello anche alle autorità politiche regionali e locali: in carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle Istituzioni”, commentaDonato Capece, Segretario generale del SAPPE: “servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto: espellere gli stranieri detenuti in Italia, per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di origine, come nel caso del detenuto protagonista delle ore di follia a Trento, potrebbe già essere una soluzione, come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario”. Capece, che esprime solidarietà agli operatori contusi ed ha parole di apprezzamento per la professionalità, il coraggio e lo spirito di servizio dimostrati dai poliziotti penitenziari del carcere di Spini di Gardiolo, mette infine in luce un dato oggettivo nelle continue proteste sindacali:Tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Mi riferisco alla necessità di nuove assunzioni nel Corpo di polizia penitenziaria, corsi di formazione e aggiornamento professionale, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit antiaggressione, guanti antitaglio, telecamere portatili”.

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