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Presentata a Gradisca di’Isonzo l’attività di Donk HM odv e del mezzo mobile Donky

Stefano Bardari, presidente dell’associazione di medicina umanitaria ha presentato l’attività di assistenza socio-sanitaria svolta attraverso l’ambulatorio mobile “Donky” 

Ha riscosso grande interesse l’incontro pubblico organizzato dall’amministrazione comunale di Gradisca d’Isonzo mercoledì 24 gennaio nella Sala del Consiglio Comunale con Donk Humanitarian Medicine odv per illustrare l’attività svolta a San Valeriano a partire dallo scorso luglio attraverso l’ambulatorio mobile “Donky”.

Il presidente Stefano Bardari ha presentato l’associazione che da oltre 10 anni attraverso una rete di oltre 50 medici e infermieri volontari svolge attività di assistenza socio-sanitaria a chi, per diversi motivi, non ha accesso al Servizio Sanitario Nazionale. In particolare, a Gradisca l’attività è rivolta ai migranti che sono in attesa, talvolta anche per mesi, di entrare nei circuiti di accoglienza.

L’attività di “Donky” si svolge all’esterno della Chiesa di San Valeriano, grazie al sostegno del parroco Don Gilberto Dudine che ha messo a disposizione gli spazi interni ed esterni della parrocchia. A oggi sono state 266 le persone visitate il mercoledì sera: si tratta prevalentemente di uomini di origine pakistana e di età compresa tra 18 e 40 anni. Sono circa venti medici e infermieri volontari che si alternano nei turni settimanali, ma anche dei volontari gradiscani che supportano l’attività in loco.

Sin da subito con Donk HM odv c’è stata, da parte dell’amministrazione, condivisione sulle finalità operative e sugli aspetti generali delle attività di medicina umanitaria a favore dei migranti.” – ha detto l’Assessore al Welfare Sergio Bianchin – “Attività che nel tempo prosegue con continui contatti informativi e con la collaborazione della parrocchia di Gradisca d’Isonzo che sta dando ospitalità notturna alle persone fuori accoglienza grazie al dormitorio supportato dal servizio di tanti volontari“.

Donk HM odv è un’associazione di volontariato socio – sanitario, indipendente e apartitica che offre assistenza sanitaria gratuita a tutte le persone, sia stranieri, sia italiani, cui non è garantito l’accesso alle cure mediche. “Un aspetto fondamentale e prioritario” – ha aggiunto Bianchin –  “è la funzione di controllo della salute pubblica, in questo caso per il benessere della popolazione gradiscana, agendo una prevenzione medica che evita tanti accessi al Pronto Soccorso, che altrimenti rimarrebbe l’unico presidio sanitario a disposizione dei migranti, almeno nei primi mesi dopo il loro arrivo“.

L’associazione è nata a Napoli nel 2006 e mi ha seguito a Trieste dove è stata rifondata nel 2012. In questi oltre dieci anni di attività abbiamo portato assistenza sanitaria gratuita a migliaia di persone, in convenzione con ASUGI e in accordo con le istituzioni; abbiamo attivato un servizio di assistenza telefonica per le comunità che ospitano minori stranieri non accompagnati; abbiamo lanciato SALUTE! Festival del volontariato e della medicina umanitaria, e abbiamo avviato importanti progetti di cooperazione internazionale. – Ha ricordato Stefano Bardari, presidente di Donk Humanitarian Medicine odv – “A partire da quest’anno abbiamo attivato anche l’ambulatorio mobile proprio perché abbiamo rilevato la necessità di essere di supporto in situazioni particolari anche all’esterno di Trieste, come questa di Gradisca d’Isonzo, dove abbiamo potuto portare il nostro supporto professionale e agevolare la nascita di una struttura locale di assistenza continuativa”. 

L’ambulatorio mobile “Donky”, che è stato acquistato grazie al prezioso contributo della Fondazione CRTrieste e del Rotary Club Trieste Nord, permette di svolgere due visite contemporaneamente nel pieno rispetto della privacy, fornire servizi di medicina generale insieme ad alcuni esami specialistici, come ecografia ed elettrocardiografia. Il mezzo è un furgone Fiat ducato a uso speciale, con avancorpo su cabina, lungo 7,10 metri e largo 2,20 metri per una portata di 1.340 kg, attrezzato per ospitare un team formato da due medici e un mediatore culturale.

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