VENEZIA : Roberto Ciambetti “Papa Bergoglio alla Biennale di Venezia lancia un segnale politico: bisogna ripartire dalle periferie, luoghi della sfida epocale dei nostri tempi”
“La notizia della visita a Venezia di Papa Francesco è un segnale importante, e molto più importante di quanto non si pensi, di attenzione a una comunità, quella cattolica del Triveneto, segnata da una fede profonda pur nella libertà che storicamente questa chiesa ha sempre manifestato nei confronti di Roma” Così il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, saluta l’annuncio del prossimo arrivo a Venezia del pontefice. “Ma non c’è solo l’incontro con i cattolici del Triveneto. Certo, c’è la singolare coincidenza, del primo Papa latino-Americano che si reca in visita alla prima Biennale d’arte veneziana curata per la prima volta da intellettuale latino-americano: l’argentino Bergoglio rende omaggio al suo continente incontrando il brasiliano Adriano Pedrosa. Ma Papa Francesco va oltre nell’annunciare la visita al padiglione del Vaticano alla Biennale, padiglione dedicato al tema dei diritti umani e alla figura degli ultimi – spiega Ciambetti – Papa Bergoglio da gesuita sopraffino lancia un messaggio politico chiarissimo e ci fa capire innanzitutto quanto importante sia la cultura, il ruolo che essa deve avere, nel nuovo mondo che sta nascendo e nel quale bisogna saper sviluppare la cultura dell’incontro, tema centrale del magistero bergogliano. Un nuovo mondo, visto con gli occhi di Papa Francesco spaziando dall’Estremo oriente fino al Sudamerica passando per l’Africa, che non vuole più essere periferia del vecchio mondo. Il progetto ‘Con i miei occhi’, curato per il Padiglione Vaticano da Chiara Parisi e Bruno Racine nel carcere femminile della Giudecca ci invita a guardare alle periferie dove tutti sono stranieri, leit motiv della Biennale di Adriano Pedrosa, ma dove vive la stragrande maggioranza delle persone: bergogliani o no, bisogna ripartire dalle periferie, che non sono solo uno spazio geografico ma una realtà sociale, buchi neri, per dirla con Renzo Piano, da recuperare per trasformarli in luoghi di civiltà, motori di idee e dinamismo, e non grandi dormitori, favelas, banlieue o sobborghi carichi di tensioni, contraddizioni e odio. Proprio Renzo Piano spiegava non molti anni or sono che Parigi ha circa 6 milioni di abitanti, ma di questi solo 600 mila vivono in centro. E tutti gli altri? Lo stesso potremmo dirlo di tante megalopoli se non di intere nazioni: da una parte le élite dall’altra miliardi di uomini e donne. C’è una segregazione che va sanata e credo che il padiglione del Vaticano rilanci con forza questo problema. Il fatto che per la prima volta nella storia un pontefice visiti la Biennale, dove il Vaticano ha comunque raccolto e colto una sfida epocale, e’ per questo di straordinaria importanza”,