Il “G12” della cooperazione internazionale tra città di confine
Emersi obiettivi ed esigenze per il nuovo progetto Interreg. Proposta: creare un’associazione dei GECT per agire su Bruxelles in modo integrato e sovranazionale
È stato definito un G12 – dodici come le nazioni presenti – il Meeting europeo delle città transfrontaliere che si è svolto oggi al Grand Hotel Entourage di Gorizia con oltre 50 rappresentanti istituzionali tra ambasciatori, consoli, sindaci, direttori di Gect e delegati per una giornata intera di lavoro e di scambio tra Italia, Slovenia, Austria, Polonia, Estonia, Lettonia, Olanda, Germania, Francia, Spagna, Repubblica Ceca e Slovacchia.
Il meeting è il frutto del lavoro e delle radicate relazioni oltreconfine dell’Associazione Mitteleuropa e del suo presidente Paolo Petiziol che ha lanciato l’idea e ha mantenuto la promessa di creare un appuntamento internazionale per le città transfrontaliere.
“Quello che costruiamo qui è qualcosa di completamente nuovo: – ha commentato Petiziol in apertura dei lavori – con un approccio di costruzione politica dal basso, diamo un concreto e serio contributo non solo ai nostri territori e ai paesi che qui sono rappresentati, ma anche all’Unione Europea che si trova davanti la sfida della programmazione dei prossimi cinque anni.
Allo stesso tempo, il Friuli Venezia Giulia rafforza una posizione ancor più strategica nello scacchiere delle relazioni internazionali.”
Nei tavoli di lavoro della giornata, le città di confine si sono confrontate su problemi, necessità, criticità e buone pratiche da portare al tavolo europeo, in modo da progettare insieme un destino comune e discutere di obiettivi, di progettualità concrete e di fondi economici dell’unione.
A moderare i tavoli di lavoro, Slawomir Tokarski, direttore generale della cooperazione territoriale europea e Interreg, che ha sottolineato l’importanza vitale dell’incontro di Gorizia in un momento delicato dell’Europa in cui “si costruiscono i nuovi progetti e i nuovi fondi finanziari per definire le politiche europee dell’Interreg, ovvero il programma di cooperazione territoriale europea interregionale. Oggi qui abbiamo il grande vantaggio di ascoltare le esigenze e le reali problematiche quotidiane direttamente dai protagonisti, dagli amministratori e dalle comunità: è un momento fondamentale per il lavoro da fare a Bruxelles”.
Le criticità più comuni delle città di confine riguardano la burocrazia, le infrastrutture e i servizi condivisi, le barriere amministrative e le complessità linguistiche. Le richieste emerse sono chiare: accrescere i finanziamenti dedicati ai progetti di cooperazione transfrontaliera, migliorare la comunicazione e lo scambio di informazioni tra città di confine per fa emergere punti di forza e di debolezza, garantire maggiore facilità di accesso ai progetti Interreg che spesso rappresentano l’unico strumento finanziario a disposizione delle città di confine che, di fatto, restano più isolate anche rispetto ai rispettivi governi centrali.
La proposta più innovativa riguarda i GECT (Gruppi europei di cooperazione territoriale), ovvero quella di creare un’organizzazione centrale, una sorta di associazione che raggruppi gli oltre 100 Gect presenti in Europa e che diventi così organismo di programmazione e gestione per le macroaree (formazione, infrastrutture, cultura, servizi sociali, ecc.) e che dialoghi direttamente con Bruxelles: una voce unica dei Gect che garantisca velocità, flessibilità ed efficienza nei rapporti con l’Europa e anche con i governi centrali, facendo così risparmiare tempo e risorse.
“La visione del futuro della nostra Regione è incentrata sulla cultura del confine – ha sottolineato Mario Anzil, vicepresidente della Regione FVG – la stessa visione che ispira l’operato dell’Associazione Mitteleuropa e del suo presidente da 50 anni.
La parola confine ha cambiato significato e si trasforma in cultura di frontiera che abbatte barriere nel nome della cooperazione: i valori dell’amicizia e della pace acquisiscono ancora più significato nell’attuale momento storico in cui, in altre zone non troppo lontane da qui, la storica presenza del confine è invece elemento di frattura, di odio e di conflitto che si tramandano di generazione in generazione.”
“Quella di oggi è una giornata importante – ha sottolineato Mauro Bordin, Presidente Consiglio Regionale FVG – è un confronto di esperienze e di idee con l’obiettivo di trovare nuove soluzioni per l’Europa che partano dai territori e dai giovani, proprio come è successo ieri al G7 Young a Lignano. A loro dobbiamo lasciare un patrimonio di identità, cultura e volontà di cooperazione per crescere e il Meeting delle città transfrontaliere va esattamente in questa direzione.”
“È fondamentale riconoscere l’importanza della cooperazione internazionale nel promuovere l’integrazione europea e la collaborazione tra i popoli – ha sottolineato Andrea Cavallari, Ministro Plenipotenziario per l’Unità della Cooperazione Transfrontaliera del Maeci – il lavoro di giornate come questa è di ispirazione per migliorare concretamente le azioni sul campo”.