Anna Maria Cisint: le manifestazioni del Pride un pericolo per i nostri valori democratici
Il Pride Fvg porta avanti posizioni del tutto incompatibili e inconciliabili con il programma politico-amministrativo dell’amministrazione comunale e persegue scopi in pieno contrasto con la vigente legislazione italiana: per questo il Comune di Monfalcone, non solo non darà il patrocinio all’evento previsto a Lignano, ma ne contesta gli obiettivi e le finalità. Lo ha deciso all’unanimità la giunta comunale che non ha ravvisato quei significati morali e civili e il rilievo istituzionale previsto dal regolamento che disciplina la facoltà di adesione comunale. “La lettura della trentina di pagine del manifesto che accompagna l’evento – rileva l’europarlamentare e già sindaco della città Anna Maria Cisint – lascia sconcertati per la rappresentazione di proposte e visioni radicali estremiste. La manifestazione viene abitualmente sbandierata come occasione per promuovere i diritti civili per carpire la più ampia buonafede ai fini della partecipazione, ma la realtà è profondamente diversa. I propositi affermati non riguardano soltanto i soliti pregiudizi della sinistra che si oppone al quadro politico del centro destra e ai processi di riforma dell’autonomia e del premierato, ma va ben oltre con la finalità di scardinare fondamenti e valori della nostra società. A cominciare dalla cancellazione del Concordato, l’eliminazione dei crocifissi dalle scuole e l’abolizione dell’ora di religione. Come non essere allarmati e preoccupati anche per il significato che assumono le affermazioni riguardanti la situazione in Palestina se la resistenza di Hamas viene considerata come una battaglia in cui identificarsi. Al centro delle varie richieste si colloca quella per una legge per regolare la pratica dell’utero in affitto, in contrasto con le nostre leggi e i nostri principi. Non basta contrastare il Pride per le sue posizioni politico-partitiche, ma si deve far conoscere il carattere eversivo dei suoi contenuti radicali che minacciano i principi della nostra democrazia. La tutela delle libertà deve conciliarsi con il rispetto dei diritti di tutti gli altri e non sono accettabili rivendicazioni che umiliano una parte della società, la dignità delle donne e vilipendono la religione. Non a caso non c’é alcun richiamo, nel loro manifesto, al rispetto e alla tutela delle donne musulmane, poste su un piano di subordinazione e sopraffazione, né per le violenze subite sino ai matrimoni forzati dalle minori islamiche”.