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PADOVA : La filiera moda vede il Veneto valere il 18% dell’export Made in Italy nonostante la frenata nel primo semestre 2024 (-7,6%)  

I Presidenti Roberto Bottoli, Gruppo Sistema Moda e Daniele Salmaso, Gruppo Calzatura Confindustria Veneto Est: «Preservare la filiera è una priorità. Sostenibilità e alta formazione per riprendere la corsa» . La filiera del Sistema Moda veneto frena, sotto il peso di instabilità geopolitica, calo dei consumi (anche del lusso), inflazione e costo del denaro. Nei primi sei mesi del 2024 le filiere chiave del settore, Tessile Abbigliamento, Calzature e Pelletteria (Accessori esclusi), hanno registrato un calo delle esportazioni a prezzi correnti del -7,6% rispetto allo stesso periodo del 2023, leggermente superiore al dato nazionale (-5,3%). Il livello delle esportazioni rimane comunque elevato con valori che superano i 5,5 miliardi di euro nel semestre, pari al 17,7% dell’export nazionale del settore. In diminuzione anche le importazioni (-16,8%), a conferma del rallentamento del mercato interno, ma il saldo commerciale rimane attivo con un surplus di 2,3 miliardi di euro.

La Germania e gli Stati Uniti, protagonisti di un balzo di vendite nel 2022, nel primo semestre 2024 hanno accentuato il rallentamento osservato nel 2023 (-15,8% e -18,4% rispettivamente), solo in parte compensato dall’espansione in Polonia (+18,2%), Croazia (+15,8%) e verso i mercati dell’Estremo Oriente (Hong Kong, Vietnam e Taiwan) e Medio Oriente (Emirati Arabi Uniti). La Francia rimane saldamente il primo mercato (1.056,5 milioni di euro, +0,9%). Calo a doppia cifra per Regno Unito, Svizzera (hub logistico dei gruppi del lusso), Paesi Bassi.

Nonostante questa prevedibile fase di rallentamento, Tessile Moda, Calzature e Pelletteria sono una filiera chiave del Made in Italy, che proprio in Veneto ha un ruolo strategico nella manifattura di qualità, con ben 9.387 unità locali, pari al 10,7% dell’intero settore nazionale, e 70.078 addetti (14,8% del totale italiano). Un settore alle prese con una congiuntura globale avversa, chiamato ad implementare nuovi assetti di rilancio per le sfide sostenibili che il mercato Europeo sollecita e che ha già impatti diretti su competitività, produzione e ricavi oltre che sull’approccio ai consumi. Sono i temi conduttori della terza edizione del Venice Sustainable Fashion Forum (“Leading Re-Generation”), il Summit internazionale sulla transizione sostenibile della filiera moda e le traiettorie evolutive del settore al 2030, ideato e realizzato da Confindustria Veneto Est, Sistema Moda Italia (SMI) e The European House – Ambrosetti che si svolgerà a Venezia, in Fondazione Giorgio Cini (Isola di San Giorgio), il 24 e 25 ottobre prossimi.

 «La moda italiana è unica al mondo e la filiera veneta è un’eccellenza creativa e allo stesso tempo manifatturiera, fatta di pregiata tradizione tessile, innovazione, qualità e cura artigianali – dichiara Roberto Bottoli, Presidente Gruppo Sistema Moda di Confindustria Veneto Est . Preservare l’intera filiera, il radicamento ai territori e la competitività della manifattura è una questione cruciale. In questo scenario, la transizione sostenibile non è più un’opzione per l’industria della moda, ma una via obbligata per la crescita. Va peraltro accompagnata, nei modi e tempi giusti, con un quadro normativo UE meno ottusamente burocratico che mette a rischio la filiera, un’applicazione più realistica e graduale e adeguati stimoli agli investimenti, da monte a valle della filiera, affinché sia economicamente e socialmente sostenibile per il settore. Di pari passo ai nuovi diktat imposti alle imprese europee, dovrà essere rafforzato il controllo delle importazioni dalle aree non rispettose dei medesimi principi per non perdere ulteriore competitività. È quello che chiederemo dal Forum di Venezia».

«Nonostante il momento complesso che il settore Moda e Calzatura sta vivendo – commenta Daniele Salmaso, Presidente Gruppo Calzatura di Confindustria Veneto Est tra frenata dei principali mercati di sbocco della calzatura di lusso, non solo Cina, e incertezza geopolitica, il Calzaturiero veneto è saldamente ai vertici in Italia con una quota del 23,4% delle esportazioni nazionali. Le imprese si stanno sforzando di adottare una strategia completa sulla sostenibilità lavorando sui processi interni, produttivi, la tracciabilità della filiera imposte dal mercato e dall’Europa. Ma per far questo l’intera filiera, dai grandi e piccoli marchi alle PMI terziste, che per marginalità sono l’anello più debole, va sostenuta. Abbiamo bisogno anche di nuove professionalità e quindi di un’alta formazione che tenga conto di queste sfide per farci entrare nella nuova era. Il Forum farà di Venezia il centro del confronto internazionale su queste priorità».

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