TRENTO: DOPO L’INCREDIBILE VIOLENZA NEL CARCERE DI SPINI DI GARDOLO CONTRO UNA DONNA ISPETTORE, FERMA PRESA POSIZIONE DEL SAPPE
“Quel che è avvenuto ieri nel carcere di Spini di Gardolo, dove una donna Ispettore del Corpo è stata selvaggiamente aggredita da un detenuto, è semplicemente incredibile ed inaccettabile: lo Stato non può più assistere passivamente al degrado ed alla violenze di una frangia di detenuti che pensa e crede di poter fare, nella detenzione, quel che vuole”. È senza appello l’atto di accusa del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria alla violenza che si è consumata nelle ultime ore nella Casa circondariale di Trento. Per David Stenghel e Massimiliano Rosa, rispettivamente vice segretario regionale e segretario provinciale del SAPPE, “ieri si è consumato un gravissimo attacco allo Stato ed a chi lo rappresenta in carcere”, denunciano: “ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri regionali e della Nazione: siamo in balia di questi facinorosi, convinti di essere in un albergo dove possono fare quel che non vogliono e non in un carcere! Facciamo appello anche alle autorità politiche regionali e locali: in carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle Istituzioni”.
“Il SAPPE esprime la vicinanza alla collega ferita a Trento ed a tutte le donne e gli uomini carcere di Spini di Gardolo”, sottolinea il segretario generale SAPPE Donato Capece, “ma siamo davvero alla frutta: i detenuti rimangono impuniti rispetto alla loro condotta violenta e fanno quello che si sentono fare, senza temere alcuna conseguenza. Urgono contromisure per prevenire gli atti violenti ai danni dei poliziotti: lo stato comatoso dei penitenziari non favorisce il trattamento verso altri utenti rispettosi delle regole né tantomeno la sicurezza”. Il leader nazionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria rinnova “un appello forte e chiaro alle istituzioni chiedendo l’immediato intervento del D.A.P. e del Ministero della Giustizia. Il primo sindacato della Polizia Penitenziaria sottolinea la necessità di adottare misure più severe nei confronti dei detenuti violenti reputando che soggetti come questi non meritino alcun tipo di beneficio. È necessario applicare l’art. 14 bis dell’Ordinamento Penitenziario e fornire al personale strumento adeguato alla propria difesa”