Spreco di cibo azzerato con la filiera corta
I contenuti di una tesi di laurea su produttori e consumatori al mercato di Campagna Amica Udine
La filiera corta può portare a una minimizzazione degli scarti alimentari, sia dal lato dell’offerta che da quello della domanda. È quanto emerge dalla tesi di laurea (corso Scienza e cultura del cibo, Dipartimento di Scienze AgroAlimentari, Ambientali e Animali) di Greta Schneider, che dall’aprile al luglio di quest’anno, grazie alla convenzione siglata da Coldiretti Fvg con l’Università di Udine, ha svolto il tirocinio curricolare nella sede regionale della Federazione, in particolare nei mercati di Campagna Amica.
Sulla base di due questionari (uno rivolto ai produttori ortofrutticoli della rete di Campagna Amica delle quattro province, l’altro ai consumatori del mercato coperto di Udine), la studentessa di Sauris, laureata a ottobre con 110 e lode, ha approfondito il fenomeno dello spreco. Dal lato dell’offerta, i contadini di Campagna Amica intervistati generano un quantitativo di scarto alimentare tra lo 0% e il 24% durante lo svolgimento della propria attività lavorativa, con la maggior parte delle perdite che avviene nella prime fasi della filiera (coltivazione e raccolta), mentre una parte più limitata è legata alla fase di gestione dei prodotti post-raccolta e alla fase di vendita. In ogni caso, l’attenzione verso la prevenzione e riduzione degli scarti è intrinseca al processo produttivo e di vendita dei piccoli agricoltori.
Per quanto riguarda la domanda, il gruppo di intervistati, caratterizzato da un elevato grado di istruzione, un’età media tra i 30 e i 64 anni e una sensibilità verso tematiche quali la territorialità e la sostenibilità, e dunque consapevolezza delle proprie scelte d’acquisto e propensione ad aderire a sistemi alimentari alternativi quali i mercati contadini, ha dichiarato di gettare via cibo «quasi mai» o «meno di una volta a settimana». Concretamente, meno di un cucchiaio da portata di verdura fresca e un quarto di frutto. Ma un intervistato su tre ha indicato di non aver gettato né verdura né frutta fresca nella settimana precedente al questionario.
«La tesi di Greta – commenta la responsabile regionale di Coldiretti Fvg Campagna Amica Vanessa Orlando, che ha collaborato al lavoro della studentessa assieme al responsabile del mercato coperto di Udine Enrico Biasi – conferma che la filiera agroalimentare corta può essere una soluzione valida per mitigare gli impatti dello spreco e creare sistemi alimentari più equi e sostenibili». Con Schneider, ricorda Orlando, ha svolto analogo tirocinio anche Ilaria Panichi, che sta chiudendo il suo percorso con uno studio su Campagna Amica dal punto di vista antropologico, con particolare riferimento alla relazione tra consapevolezza sul cibo giusto e l’età del cittadino-consumatore.
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