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Addio ad Alessandro Berghinz per un malore improvviso. Oggi i funerali

Per anni nella Dc, ricoprì il ruolo di segretario della sezione di Chiavris. Portò in Friuli la famiglia reale

Una famiglia di patrioti, fra combattenti accanto a Garibaldi e resistenti durante la Liberazione: amava ricordare così i suoi avi Alessandro Berghinz, una vita spesa nella politica, nel sociale e nel volontariato, cugino della Medaglia d’oro al valor militare Giovanni Battista Berghinz (arruolato nella divisione Osoppo) e pronipote del celebre pediatra Guido.

 

L’impegno degli antenati è stato proseguito da Alessandro Berghinz, morto martedì notte per un malore improvviso nella sua casa di Campeglio (Faedis), il cui funerale sarà celebrato giovedì in Duomo alle 15. Volto noto a Udine e non solo, geometra, tecnico comunale a Martignacco, bancario nell’ex Crup, e poi, dopo la pensione, amministratore condominiale con sua moglie Anita Moro, Berghinz aveva legato la sua storia politica alla Dc nelle cui fila militò per lunghi anni. Ricoprì il ruolo di segretario della sezione di Chiavris e per due mandati fu presidente di Circoscrizione e, in quella veste, contribuì a realizzare il servizio infermieristico circoscrizionale, il parco pubblico di Chiavris e la sistemazione di numerose strade, fra cui via Friuli. “Era un’esperienza che riemergeva spesso nei suoi racconti e, sebbene avesse lasciato la politica attiva poco prima di Tangentopoli, non rinunciò mai alla sua vocazione che virò soprattutto verso progetti di impronta civica, anche nella sua Faedis dove fu consigliere comunale nel 2009 e dove si candidò per la carica di sindaco”, racconta la nipote Irene Giurovich che rievoca i progetti che l’hanno vista accanto a lui. Nel 2017 fondò gli “Indignados friulani”, un gruppo anticasta, annunciando la discesa in campo per la conquista di Palazzo D’Aronco, poi confluita nel 2018 nell’appoggio alla lista trasversale “Prima Udine”. Alla politica si è fin da subito congiunto un profondo amore verso gli animali, cani e gatti (molti salvati dalla strada), da cui è sempre stato circondato.

Da sempre appassionato di storia, Berghinz si era innamorato degli Ordini cavallereschi e della Real Casa Savoia del cui Ordine dinastico era il delegato per il Friuli Venezia Giulia. Un incarico di fama che ha radici lontane.  Già nel ‘98, infatti, entrò a far parte delle Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon di cui fu nominato delegato provinciale. Una missione che lo porta lontano, dopo essere entrato anche nell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Nel 2005 a Ginevra ottiene il Cavalierato di San Maurizio e Lazzaro direttamente da Vittorio Emanuele. “Mio zio ha organizzato numerosi convegni storici sia sullo Statuto Albertino sia sulla figura di Eugenio di Savoia e ha portato in Friuli la famiglia reale con il principe Emanuele Filiberto: un evento memorabile fu il meeting internazionale ‘Alpi senza confini’ nel 2017 dislocatosi fra Udine, Trivignano (il cippo della pace campeggia alla Vecchia dogana, un tempo segnava il vecchio confine) e Gorizia”.

 

Non si contano le iniziative culturali, oltre che di beneficenza nei teatri di catastrofi e guerre, compreso l’ultimo scenario ucraino dove, grazie anche al suo interessamento, arrivarono dei pacchi solidali nel 2023. Solidarietà non solo lontano da casa, ma anche in Friuli: “Mio zio si è dedicato anima e corpo anche al volontariato: entrato nelle squadre di Croce Rossa, Protezione Civile, Associazione nazionale carabinieri e Club Unesco ha partecipato alle attività e ai servizi sul territorio sia per le vigilanze sia per il trasporto degli ammalati sia per eventi di sensibilizzazione”; inoltre, merito anche dello scoutismo giovanile e degli anni di collegio al Bertoni, “aveva frequentato il corso per diventare diacono e aveva portato parole di conforto, oltre alla Comunione, nelle case di riposo e nelle chiese, accompagnando anche i disabili nei viaggi della fede a Lourdes e Fatima, dando prova, con queste indefesse attività – conclude con nostalgia la nipote – di essere stato un valido prosecutore dello spirito di servizio verso il prossimo attestato da un albero genealogico di cui andava orgoglioso”.

 

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