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CERVIGNANO, OGGI, GIOVEDì 30 MAGGIO, CASA DELLA MUSICA (ore 18) presentazione del libro di Irene Giurovich “L’Ultimo Battito”

Presenta la giornalista Elisa Michellut (Messaggero Veneto), introduce l'assessore alla Cultura Zanfabro

CERVIGNANO – Diritti fondamentali, dignità, qualità di vita, cure e accompagnamento finale: queste le tematiche etiche sollevate dal nuovo libro della giornalista e scrittrice Irene Giurovich, “L’Ultimo Battito” (Rossini edizioni, Milano), con la prefazione della psicologa Ines Testoni, che verrà presentato oggi a Cervignano del Friuli giovedì 30 maggio, alle ore 18 nella Casa della Musica (via Largo Galliano Bradaschia). L’evento, che sarà introdotto dall’assessore alla Cultura Cristian Zanfabro, è organizzato dalla Biblioteca comunale di Cervignano. La presentazione del libro autobiografico, che affronta le esperienze vissute da Irene Giurovich per 17 anni e 28 giorni con il labrador nero, Alfredo il reporter (che ha accompagnato a lungo l’autrice nella sua attività lavorativa) e con Sparky, ex randagio salvato dal Montenegro, oggi quindicenne disabile, sarà condotta dalla giornalista Elisa Michellut del Messaggero Veneto.  L’appuntamento culturale vede anche la collaborazione dell’associazione onlus Enpa di Cervignano che avrà uno spazio di presentazione delle sue attività.

“L’Ultimo Battito”, sotto forma di narrazione diaristica, pone al centro i dilemmi del confine e la mancanza di supporti per la parte terminale prima e i lutti, dopo, che si vivono per il morire e la morte dei nostri amici animali.  “La maggior parte delle persone non si rende conto – scrive la psicologa Ines Testoni nella Prefazione – che quando si investe in una relazione dal punto di vista affettivo è inevitabile che quando essa finisce si manifestino conseguenze dolorose per entrambe le parti implicate. La ricerca scientifica mostra che se la causa della fine è la morte, la sofferenza è profondissima, tanto per l’umano quanto per l’animale”. Il dramma nel dramma, relativamente alla perdita dei nostri amici animali, è che si tratta di un lutto non riconosciuto socialmente, un lutto delegittimato: ci si trova spesso e volentieri di fronte a muri invalicabili e a reazioni squalificanti se non addirittura dileggianti. “La cultura contemporanea sottovaluta sistematicamente la portata di sofferenza che questa esperienza implica e la conseguenza può essere il prolungamento dei tempi di elaborazione del lutto”, spiega Testoni che insegna all’Università di Padova e ad Haifa (Gerusalemme) ed è l’ideatrice e direttrice del primo e unico master universitario in Italia su “Death Studies&The End of Life” (studi sulla morte e il fine-vita). Non meno importante, oltre all’aspetto sociale e di accettazione, anche l’argomento, delicato, delle spese veterinarie e delle difficoltà di curare gli animali e di dare loro tutte le speranze possibili, per questo sarebbe necessario, per l’autrice, la creazione di una Mutua nazionale veterinaria.

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