GDF PORDENONE: SFUGGE ALL’ALT DEI FINANZIERI. ARRESTATO UN GIOVANE ITALIANO IN POSSESSO DI QUASI UN CHILO DI DROGA
La Guardia di Finanza di Pordenone ha arrestato un giovane italiano per il possesso, a scopo di spaccio, di 860 grammi di hashish e 46 grammi di MDMA, sostanza appartenente alla categoria delle metanfetamine.
L’operazione è nata dall’immediato rintraccio di un conducente sfuggito all’”alt!” intimatogli da una pattuglia del Nucleo Mobile del Gruppo di Pordenone, che lo aveva notato compiere alcune manovre azzardate tra le vie del centro cittadino.
Alla vista della “paletta”, il ragazzo, anziché accostare, aveva, infatti, bruscamente accelerato, schivando i Militari e collezionando una serie di infrazioni al codice della strada. Per evitare di mettere a rischio la circolazione stradale, i militari ne avevano seguito a distanza il percorso, intercettandolo, alfine, proprio sotto la sua abitazione, nel frattempo individuata grazie al supporto della Sala Operativa del Comando Provinciale.
Raggiunto dalle Fiamme Gialle, il giovane conducente, compresa l’inutilità della fuga, ha tentato, contraddicendosi più volte, di spiegare di aver eluso il posto di controllo perché momentaneamente privo della patente di guida e senza copertura assicurativa per l’auto.
Gli accertamenti condotti hanno, però, rilevato che il giovane non aveva, in realtà, mai conseguito la patente e che era già noto alle Forze di Polizia per fatti connessi al consumo di sostanze stupefacenti.
Dalla perquisizione della sua abitazione, concertata con il Magistrato di turno, i Finanzieri hanno rinvenuto e sequestrato 10 panetti di hashish, del peso complessivo di 860 grammi, 46 grammi di metanfetamina – nello specifico MDMA – e l’attrezzatura utilizzata per dividere e pesare la sostanza stupefacente, oltre a denaro contante per circa 800 euro e due pistole “scacciacani” prive di tappo rosso.
Il giovane friulano, colto in flagranza di reato per la detenzione di sostanze stupefacenti con finalità di spaccio, è stato tratto in arresto e sottoposto, su disposizione della Procura della Repubblica di Pordenone, agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.