Il caso del pizzo richiesto ai lavoratori bengalesi approda in Consiglio Comunale. L’ex sindaco Cisint denuncia gravi episodi di estorsione e ribadisce il supporto dell’Amministrazione nei confronti delle persone sfruttate
Durante la seduta odierna del Consiglio Comunale, il Consigliere di maggioranza Gabriele Bergantini ha presentato un’interrogazione, chiedendo chiarimenti su episodi di grave sfruttamento e illegalità che, come riportato da un servizio del programma televisivo “Fuori dal Coro, coinvolgono cittadini bengalesi residenti in città.
L’Assessore alle Priorità Strategiche per lo Sviluppo Urbano, Anna Maria Cisint, già sindaco di Monfalcone e eurodeputato, ha risposto con fermezza, portando all’attenzione dell’assemblea una situazione preoccupante di estorsione e violazione dei diritti dei lavoratori.
“Confermo che in questa città cittadini bengalesi si sono rivolti a noi disperati, denunciando di essere vittime di estorsioni e raccontando di essere costretti a prelevare denaro al bancomat sotto minaccia e a consegnarlo agli estorsori, spesso in piazza, davanti al Municipio, in spregio al rispetto delle istituzioni e dei simboli della nostra città” ha dichiarato Cisint. “Un fatto gravissimo, che colpisce non solo le tasche, ma soprattutto la dignità delle persone. Sono episodi che partono da denunce dirette e, ancora una volta, ribadisco che io sto dalla parte di chi subisce questi abusi, indipendentemente dalla loro provenienza.”
L’Onorevole ha inoltre sottolineato che, nonostante siano stati invitati a denunciare i fatti alle forze dell’ordine, molti cittadini coinvolti hanno espresso timore per eventuali ritorsioni: “Questa è mafia. Chiedere il pizzo a lavoratori onesti, privandoli di quanto guadagnato con fatica e destinando le risorse estorte a centri islamici che dovrebbero avere la repulsione verso questo tipo di comportamenti, è inaccettabile”.
Nel suo intervento, Cisint ha anche evidenziato la dimensione nazionale del fenomeno: “Ci è stato segnalato che eventi simili si verificano anche in altre città italiane. Dobbiamo avere la consapevolezza che questa è una battaglia che non ha confini, né colore politico, ma si tratta di una battaglia di legalità, per difendere la dignità e il lavoro, perchè non possiamo andare in piazza Falcone e Borsellino a commemorare i due magistrati che lottavano per la verità e per la giustizia e poi restare in silenzio davanti a queste situazioni tanto gravi”.
L’assise è stata inoltre informata che sono in corso indagini giudiziarie su questi episodi, con procedimenti già avviati: “Questi fatti non sono solo ipotesi, ma realtà documentate. Non solo abbiamo dovuto vedere un condannato per estorsione che è stato portato in Consiglio regionale a supporto di un presidente onorario di un centro culturale islamico durante la discussione del Piano Monfalcone, ma sappiamo che c’è un’altra persona interessata dalle indagini e a cui sono già stati sequestrati beni. L’interrogazione del consigliere Bergantini ci fornisce l’opportunità per sottolineare, ancora una volta, che stiamo dalla parte dei lavoratori sfruttati e andremo fino in fondo affinchè quanto finora emerso non finisca nell’oblio, ma venga preso in carico perchè le persone siano tutelate. Diamo la piena disponibilità a tutti coloro che volessero ricevere supporto e protezione, auspicando l’intervento delle forze dell’ordine per contrastare tali fenomeni” – ha concluso Cisint.