INAUGURA MERCOLEDI’ 24 APRILE NEL COMUNE DI MONFALCONE LA MOSTRA “ACQUA, TERRA, FUOCO E PIETRA, IMPEGNO E RISPETTO PER LA MEMORIA” VAJONT UNA LEZIONE APERTA
La mostra, promossa dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis e dal Comune di Monfalcone partner del progetto, arriva dopo due anni dalle vicende degli incendi che hanno devastato il carso nel 2022
La mostra “Acqua, Terra, Fuoco e Pietra, impegno e rispetto per la memoria” – Vajont una lezione aperta, che verrà inaugurata mercoledì 24 aprile alle ore 17.30 presso l’atrio del Comune di Monfalcone (rimarrà aperta fino al 7 di maggio), è la prima di una serie di mostre dedicate all’omonimo progetto dedicato alla memoria del Vajont. La mostra promossa dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis e dal Comune di Monfalcone partner del progetto, arriva dopo due anni dalle vicende degli incendi che hanno devastato il carso nel 2022, a memoria d’uomo, una catastrofe mai vista prima su un territorio particolarmente sensibile. Ed è proprio ai volontari e alle forze dell’ordine che hanno operato con estrema difficoltà che va la dedica e le principali immagini della mostra stessa, immagini particolarmente toccanti per chi ha vissuto da operatore o da cittadino direttamente quei tragici momenti.
Gli elementi acqua, terra, fuoco e pietra sono simboli della vita in tutta la storia dell’umanità, ma se non rispettati attraverso un corretto mantenimento degli equilibri, possono diventare il preavviso per eventi avversi. Il nostro progetto vuole concentrarsi sul significato della parola memoria che indica sì l’atto di ricordare, ma soprattutto lo sforzo di recuperare e di rappresentare un evento accaduto. Il disastro del Vajont trova elementi di similitudine, e spunti significativi di riflessione, anche in altri tragici eventi che hanno colpito la nostra regione accomunati spesso dalla noncuranza con cui l’uomo si rapporta con la natura, intesa come ecosistema, di cui l’uomo stesso dovrebbe essere al centro come responsabile.
Ne sono un esempio gli incendi che hanno devastato il Carso, l’incessante erodersi della montagna, le violente grandinate, l’esondazione dei fiumi, favoriti in parte dai fenomeni legati al cambiamento climatico. Il progetto intende sensibilizzare vecchie e nuove generazioni di cittadini e le istituzioni sui temi dell’attività umana nella sua strettissima relazione con l’ambiente circostante, affrontando il dramma del Vajont in parallelo con i sempre più frequenti eventi distruttivi, valorizzando l’importanza della conoscenza e della preparazione nel quadro dei valori della Protezione Civile.
Ed è proprio nella similitudine tra i disastri ambientali che continuano purtroppo pesantemente a colpire i luoghi in cui viviamo che trova spazio il contenuto comunicativo del nostro progetto. Cosa può avere di simile la tragedia del Vajont, dovuta all’errore e all’avidità umana, con gli incendi del Carso? Cosa possono avere di simile eventi calamitosi come l’esondazione di fiumi o canali – a volte dovuti alla carenza di manutenzione e pulizia – e il crollo di tetti, alberi e costruzioni a causa di trombe d’aria? Nel lungo percorso del progetto, con l’ausilio di esperti, testimoni, amministratori, periti, responsabili della Protezione Civile e degli altri Corpi preposti alla difesa e alla salvaguardia del territorio, analizzeremo quanto negli ultimi 70/80 anni è accaduto nella nostra Regione.
Verranno raccolti documenti e materiale fotografico che vedrà la realizzazione di un percorso didattico e di memoria attraverso i quattro elementi simbolo del progetto. Attraverso le immagini di fotografi professionisti e amatoriali di ieri e di oggi, attraverso la documentazione fotografica e storiografica messa a disposizione dai Comuni aderenti, intendiamo “ricostruire per ricordare”. Per non dimenticare il legame indissolubile che unisce l’uomo alla natura, per favorire una nuova e feconda alleanza nella custodia del pianeta.
Dinanzi al manifestarsi della natura in forme molteplici e talvolta discordanti – bellezza, supremazia, sgomento – è necessaria una comune “fede civile” in opposizione alle negligenze e al saccheggio nei confronti della Terra, quella che ci ospita, che ci è data in dono e che dobbiamo preservare e conservare per le generazioni che verranno.
Ed è proprio sui giovani che il progetto si focalizza; i giovani studenti, che da questa iniziativa – in parte realizzata in rete – possono trarre insegnamenti indispensabili per il prosieguo della loro vita e per sensibilizzare a loro volta gli adulti sull’importanza della sicurezza, della cura dell’ambiente e del territorio.
La conformazione geografica e geologica, caratteristica della penisola italiana, rende il nostro Paese un territorio esposto agli eventi naturali. Talvolta essi impattano a tal punto sulle attività umane da assumere il volto drammatico che in Italia ben conosciamo.
In linea con la L.R. 10/2009 il progetto propone tre traiettorie tematiche:
- La memoria – Il progetto individua una prima traiettoria nella partecipazione attiva alle celebrazioni commemorative del Disastro del Vajont e delle sue vittime.
- Il rilancio dell’educazione ambientale. La dolorosa lezione Il rapido e tumultuoso cambiamento del vivere quotidiano negli ultimi due secoli – come riflesso dell’evoluzione della società industriale e dell’urbanizzazione, e infine della conoscenza a portata di click – porta con sé una visione distratta e inconsapevole della natura e dell’ambiente in cui viviamo.
- La promozione della prevenzione. È nella natura dell’uomo risolvere gli enigmi che attraversano il proprio percorso e, pertanto, è necessario imparare e studiare attentamente gli errori del passato, sia individualmente che come comunità territoriale.
Il progetto ideato e coordinato dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis di Duino Aurisina con il partenariato del Comune di Monfalcone, il Comune di Duino Aurisina Občina Devin Nabrežina, il Comune di Pordenone, il Lions Club Duino Aurisina, il Gruppo Culturale e Sportivo AJser 2000, il Circolo Duinate, l’Associazione Genitori Rilke, il Gruppo Speleologico Flondar, vede la collaborazione della Famiglia Alpina della Sezione Ana di Trieste.