FRIULI VG

Superare la norma nazionale del 2011 che limita l’attività delle strutture private accreditate nei confronti dei fuori regione

I numeri emersi nei giorni scorsi sulla mobilità sanitaria svelano un saldo negativo con 8,5 milioni di euro persi a causa dei pazienti che vanno fuori regione per esami, interventi e ricoveri.

Nell’analisi dei numeri è importante ricordare che 2020, 2021 e parte del 2022 sono stati gli anni della pandemia Covid in cui la gestione dell’emergenza ha pesato sull’organizzazione e sugli organici a discapito dell’implementazione delle attività di elezione (non urgenti).

L’altra faccia della medaglia del post-Covid è che tutti quei pazienti che avevano rimandato interventi o esami durante i 2 anni di pandemia, li hanno recuperati a partire dal 2022 facendo segnare quindi un notevole incremento di richieste che non erano soddisfabili in regione, rivolgendosi così a strutture extra Fvg.

 

Le risorse assegnate al privato accreditato sono ancora insufficienti a coprire il fabbisogno regionale – sottolinea Claudio Riccobon, presidente di Assosalute Fvg – in più, secondo gli accordi, siamo obbligati a distribuire le attività erogate sui 12 mesi con la conseguenza che le agende si saturano molto velocemente, allungando i tempi per i pazienti”.

Avremmo potenziale diverso e ben superiore rispetto a quello che ci viene permesso di esprimere, con maggiori risorse e non contingentate in termini annuali e mensili: ci sono strutture, personale e tecnologie per farlo.”

 

Assosalute Fvg porta una ulteriore proposta sul tavolo dell’amministrazione regionale“con la spending review del 2011, il privato accreditato è stato calmierato nell’erogazione delle attività verso i residenti delle altre regioni – spiega Riccobon – ovvero da 12 anni, per effetto di quella norma, il fatturato generato dai pazienti fuori regione è bloccato, non può superare una certa soglia e di conseguenza anche la nostra attrattività all’esterno. La Regione potrebbe quindi sbloccare questa situazione con una modifica della legge in modo da aiutare il riequilibrio della bilancia tra fughe e ingressi che adesso pende in negativo.”

 

“È sempre importante ricordare che il privato accreditato e le strutture pubbliche sono semplicemente due modalità di erogazione dello stesso servizio pubblico che possono integrarsi e possono avere percorsi assistenziali integrati per rispondere agli effettivi bisogni della cittadinanza.” 

 

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