L’agricoltura è Arte: un viaggio tra Radicchio e Pesca di Verona IGP
C’è qualcosa di profondamente poetico nel lavoro dell’agricoltore. Non è solo un mestiere, ma una forma d’arte antica e vitale. Come diceva Oscar Wilde, “la vita stessa è la prima e più grande delle arti”, e chi, se non l’agricoltore, è colui che la plasma quotidianamente?
Questa riflessione prende vita nel recente convegno organizzato dalla Grande Bellezza Italiana, ospitato nello splendido salone affrescato dell’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona. Una location che, con la sua atmosfera intrisa di storia, ha fatto da cornice perfetta al dialogo tra due eccellenze locali: il Radicchio di Verona IGP e la Pesca di Verona IGP.
Arte e agricoltura: un legame eterno
Antonio Cipriani, presidente della Grande Bellezza Italiana, ha aperto i lavori sottolineando l’importanza dell’arte nell’agricoltura: “Il nostro compito è portare in tavola la bellezza genuina del Bel Paese, ricordando le profonde connessioni con la terra e valorizzando i veri artisti: gli agricoltori”.
Ed è proprio attraverso il racconto storico-artistico che Gloria Zaghini Bravi, esperta d’arte, ha incantato il pubblico. La pesca, simbolo di vita eterna in Oriente e legata alla Trinità nel mondo cristiano, ha ispirato artisti di ogni epoca, da Caravaggio a Monet, fino a Warhol. E il radicchio? Con il suo rosso intenso, è da sempre sinonimo di prestigio e bellezza, simbolo di nutrimento e tradizione già dai tempi dei Romani.
Custodi di tradizioni e innovazione
Cristiana Furiani, presidente del consorzio per la tutela del Radicchio di Verona IGP, lo descrive come “una vera opera d’arte”. Da quando ha ottenuto l’IGP nel 2008, questo prodotto ha vissuto una rinascita, diventando un simbolo del territorio, grazie a fiere e iniziative che ne hanno valorizzato la qualità.
Anche la Pesca di Verona IGP, come raccontato da Leonardo Odorizzi, giovane presidente del relativo consorzio, sta vivendo una nuova giovinezza. “Non è solo un prodotto, ma una sintesi di cultura, storia e passione”, spiega, sottolineando come un gruppo di giovani frutticoltori stia scrivendo un capitolo nuovo, unendo tradizione e innovazione.
Il futuro è nella collaborazione
Sotto la guida del professor Lino Venturini, il dibattito ha messo in luce una necessità: l’aggregazione nella filiera. Solo unendo le forze, i produttori potranno affrontare le sfide moderne, preservando al contempo il valore sociale dell’agricoltura. Come ha concluso Odorizzi, “gli agricoltori non sono solo lavoratori, ma custodi del nostro cibo, del territorio e della cultura rurale”.
Un messaggio potente, che ricorda a tutti noi che ogni frutto e ogni ortaggio che arriva sulle nostre tavole è molto più di un alimento: è il risultato di un’arte antica, tramandata e reinventata nel tempo.