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I dati di inizio 2024 dell’attività manifatturiera veneta tratteggiano una fase di sostanziale tenuta del ciclo economico recentemente condizionato dai turbolenti scenari internazionali, da un rientro dell’inflazione, dal calo del potere d’acquisto delle famiglie e dall’incertezza degli investimenti. La dinamica della produzione industriale, secondo l’indagine VenetoCongiuntura, è caratterizzata da lievi segnali positivi su base congiunturale con una crescita destagionalizzata del +0,7% (+1,4% la variazione congiunturale grezza). La variazione su base annua della produzione manifatturiera rimane influenzata dal confronto con l’ultimo trimestre in positivo del rimbalzo post-Covid e segna una diminuzione del -2,4% con un ritmo di decrescita più blando rispetto al passato.

“I dati non evidenziano ulteriori peggioramenti del quadro economico. Sul piano congiunturale si leggono segnali positivi, che convivono però con un andamento ancora sfavorevole su base annua. Siamo ancora dentro una fase di rallentamento del ciclo economico, ma con alcuni incoraggianti segnali di attenuazionecommenta il Presidente di Unioncamere del Veneto Mario Pozza. “Le variazioni congiunturali di produzione e raccolta ordini, in particolare dai mercati esteri, sono tornati a recuperare terreno, sostenendo la tenuta e il lieve miglioramento del grado di utilizzo degli impianti, e un altrettanto lieve allungamento dei giorni di produzione assicurati dal portafoglio ordini. Le previsioni per il secondo trimestre dell’anno sono all’insegna di un cauto ottimismo. Però non bisogna sottovalutare i rischi che ancora permangono a livello geopolitico; così come sarà fondamentale che la BCE trovi il giusto ritmo per la rimodulazione dei tassi d’interesse, prima di deprimere troppo questi segnali deboli di ripartenza che, parlando con le imprese, fanno fatica a proiettarsi su orizzonti temporali lunghi, inibendo strategie di investimento più strutturate”.L’analisi congiunturale sull’industria manifatturiera, realizzata da Unioncamere del Veneto, è stata effettuata su un campione di oltre 2.400 imprese con almeno 10 addetti, cui fa riferimento un’occupazione complessiva di oltre 112.000 addetti.La distribuzione media dei giudizi della produzione rimane invariata rispetto al trimestre precedente: le imprese interessate da un aumento della produzione sono il 46% del campione, mentre sono il 38% le imprese che dichiarano una diminuzione. Il 16% dichiara una sostanziale stabilità.

 

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