L’unico Centro antiviolenza della provincia di Belluno è a rischio. Un messaggio che la consigliera provinciale di parità ha recapitato a tutti i Comuni bellunesi, con una lettera e una concomitante richiesta di sottoscrizione, in modo da presentare unitarietà territoriale nella richiesta alla Regione Veneto di derogare alla nuova Dgr relativa proprio al funzionamento dei Centri antiviolenza.
Il nocciolo della questione è l’entrata in vigore dell’intesa Stato-Regioni approvata in conferenza unificata il 14 settembre 2022 e recepita dalla Regione del Veneto il 7 aprile 2023, che ha dettato i nuovi requisiti minimi di un Centro antiviolenza per accedere ai fondi stanziati e al riconoscimento regionale. «Requisiti minimi che mettono fortemente in difficoltà l’unico Centro antiviolenza bellunese, gestito dall’Associazione Onlus Belluno Donna, che offre un servizio essenziale per il territorio bellunese, capace di dare risposte immediate e di farsi carico delle urgenze e della gestione a lungo raggio del supporto alle donne vittime di violenza» premette Flavia Monego, consigliera provinciale di parità.
Il problema maggiore è rappresentato dalla richiesta della reperibilità H24. «Che è insormontabile per una realtà basata sul volontariato e rischia di compromettere il servizio, a tutto danno delle donne vittime di violenza» sottolinea Monego. «Tra le altre criticità che registriamo da tempo in territorio bellunese, c’è anche la carenza di alloggi ai quali la donna possa accedere in sicurezza dopo la prima presa in carico da parte del Centro antiviolenza».
Da qui, la richiesta della consigliera di parità di una deroga rispetto ai requisiti minimi per Belluno, in virtù della specificità montana. Richiesta che è stata messa nero su bianco e recapitata a tutti i sindaci bellunesi, con l’invito a condividerla, a seguito di un incontro avuto a giugno con le amministrazioni di Belluno e Feltre e con le Commissioni Pari Opportunità. Inoltre, lunedì scorso la consigliera di parità, insieme al presidente della Provincia Roberto Padrin, ha incontrato a Cortina l’assessora regionale Manuela Lanzarin, e ha sottolineato tutti i nodi della questione.
«L’assessora Lanzarin ha compreso il problema e si è detta disponibile ad aprire un tavolo di confronto per discutere una possibilità di deroga» spiega la consigliera di parità Flavia Monego. «Non possiamo correre il rischio di perdere un servizio come quello oggi garantito da Belluno Donna».