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BELLUNO : L’Associazione Bellunesi nel Mondo ha ricordato il 67° anniversario della tragedia di Marcinelle e la 22.ma Giornata del sacrificio del lavoro degli italiani all’estero

Si è svolta davanti alla sede dell’Associazione Bellunesi nel Mondo una semplice commemorazione in ricordo del 67° anniversario della tragedia di Marcinelle e della 22.ma edizione della “Giornata del sacrificio del lavoro degli italiani all’estero”. Oltre al gonfalone dell’Abm erano presenti i gagliardetti della Famiglie Ex emigranti, dell’Associazione della “Bandiera” e della sezione Ana di Belluno.
«Siamo qui per non dimenticare, per scandire i nomi delle vittime della tragedia di Marcinelle avvenuta l’8 agosto del 1956 in Belgio – le parole del presidente Abm Oscar De Bona – tra queste anche un bellunese, Dino Dalla Vecchia».
Ha preso la parola il consigliere del Comune di Belluno, Roberto Ferro, che ha voluto sottolineare come sia doveroso ricordare non solo Marcinelle, ma anche tutte le tragedie avvenute all’estero e che hanno colpito le intere comunità di italiani, veneti e bellunesi.
«Il dovere della memoria. Penso che ogni iniziativa, in particolare come questa organizzata dall’Associazione Bellunesi nel Mondo che vuole ricordare chi non c’è più, morto per ideali e obiettivi, non debba andare nell’oblio ed è compito delle Istituzioni sostenerle e portarle avanti – le parole del presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin –  mi auguro che anche nei prossimi decenni questo ricordo non venga meno, perché è anche grazie ad esso che si potranno evitare ulteriori tragedie nel lavoro, in Italia e all’estero».
«Questa è una tragedia che ci tocca profondamente – le parole della vice sindaca del Comune di Sedico, Gioia Sacchet – perché quei ragazzi che erano all’estero per lavoro e per cercare un futuro migliore per se stessi e per la propria famiglia, hanno invece perso la vita. Il mio concittadino Dino Dalla Vecchia, perito a Marcinelle, abitava nella frazione di Seghe di Villa e possiamo solo immaginare che aspettative lo abbiamo spinto a fare le valigie ed emigrare in Belgio. Questa tragedia avvenuta sessantasette anni fa è di estrema attualità e deve metterci in guardia sui pericoli che ancora incontriamo nel mondo del lavoro. Non dobbiamo mai abbassare la guardia, dobbiamo aumentare la sicurezza negli ambienti lavorativi, perché anche ai giorni nostri, purtroppo, si muore».
Il presidente De Bona ha letto inoltre il discorso, tenuto proprio a Marcinelle, dal Ministro degli Esteri, on. Antonio Tajani.
«Grazie all’Associazione Bellunesi nel Mondo – le parole dell’Assessore regionale Gianpaolo Bottacin – per ricordare questa importante giornata. Credo sia fondamentale anche per le prossime generazioni ricordarsi sempre che i diritti acquisiti hanno comportato un sacrificio, che a volte è stato un sacrificio di sangue».
E di sacrificio ha parlato anche il Questore di Belluno, Francesco Zerilli: «Questi eventi lasciano un segno indelebile, che ricorda il sacrificio di cittadini e uomini per bene. Questo è il motivo per cui ho voluto essere presente, perché noi siamo dalla parte delle persone per bene e tra queste di certo c’erano questi emigranti, che lasciavano la propria famiglia per andare all’estero a lavorare come minatore, uno dei mestieri più pericolosi».
A concludere la cerimonia, con la benedizione del cero davanti al monumento degli emigranti, il diacono Francesco D’Alfonso, che ha voluto fare una riflessione anche sugli immigrati: «Ieri come oggi si emigra, in ogni parte del mondo. Queste persone hanno bisogno di umanità e proprio grazie al nostro vissuto di emigranti possiamo dare loro quel qualcosa in più».
Oltre alle Amministrazioni di Belluno e Sedico erano presenti quelle di  Feltre, Limana, Santa Giustina, Borgo Valbelluna, Soverzene e Ponte nelle Alpi.

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