MONZA/TREVISO : Maxi frode ai danni dello Stato e autoriciclaggio dei proventi illeciti nel settore dei “bonus edilizi”. Sequestrati crediti fiscali, denaro, 30 appartamenti e ville per circa 90 milioni di euro.
I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Monza, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo brianzolo, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza di denaro, beni e crediti fiscali per un valore di 90 milioni euro, emesso dalla stessa Autorità Giudiziaria per le ipotesi di truffa aggravata ai danni dello Stato, autoriciclaggio dei proventi illeciti e indebite compensazioni di crediti fittizi.L’indagine è stata avviata a seguito di anomalie antiriciclaggio ed alert di rischio emersi nei confronti di un soggetto, di origine calabrese residente in provincia di Monza e della Brianza, commercialista e revisore legale dei conti, il quale avrebbe effettuato plurime operazioni di acquisto di crediti per un valore di 13 milioni di euro da un’amplia platea di persone fisiche (riguardanti interventi edilizi “Bonus facciata 90%” ed ”Eco-bonus 65%”), ponendo in essere subito dopo cessioni “a catena” dei medesimi crediti, per lo più lo stesso giorno, per poi essere infine “monetizzati” presso Poste Italiane. Sono state approfondite circa 700 posizioni di persone fisiche (verosimilmente ignare dello schema criminoso) che per prime avrebbero ceduto i crediti per l’esecuzione di presunti interventi edilizi. Sono state così inviate plurime e false comunicazioni all’Agenzia delle Entrate, attraverso l’inserimento nell’apposito portale e l’apporto di due commercialisti residenti a Napoli e Treviso, attestando la disponibilità di crediti fiscali per decine di milioni di euro, a fronte di fantomatici interventi di “recupero del patrimonio edilizio, efficienza energetica, rischio sismico, impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica”. Si è eseguito sia il sequestro impeditivo che preventivo finalizzato alla confisca, per circa 90 milioni di euro, di cui: – 38 milioni di euro di crediti d’imposta ancora giacenti nei cassetti fiscali degli operatori economici coinvolti ovvero di Poste Italiane, quest’ultima estranea alla realizzazione della frode e parte offesa del reato;- 51 milioni di euro tra disponibilità finanziarie, quote sociali e beni (30 unità immobiliari, tra cui 3 ville a Venezia e Massa, una Porsche) nei confronti dei soggetti economici e delle persone fisiche indagate che hanno ottenuto, una volta liquidati i crediti fittizi, profitti illeciti trasferiti in parte anche verso conti esteri. – circa 200 mila euro nei confronti di due soggetti che avevano proceduto a compensare illecitamente i crediti di imposta. Contestualmente al provvedimento cautelare reale, i Finanzieri hanno eseguito mirate perquisizioni