E’ il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Padova che conferisce al prof. Giorgio Parisi il dottorato di ricerca ad honorem in Physics, per i suoi pionieristici contributi nella fisica teorica delle particelle elementari, nella teoria quantistica dei campi e nella fisica statistica, e in particolare per aver svelato l’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici a tutte le scale possibili, risultato che gli è valso l’assegnazione del premio Nobel per la Fisica nel 2021.
La produzione scientifica di Giorgio Parisi è vastissima e copre svariati settori della fisica teorica, dall’infinitamente piccolo, all’infinitamente grande. In ognuno di questi ha fornito contributi di enorme rilevanza. Questa poliedricità ha dell’incredibile nella scienza moderna iper-specializzata e lo accomuna ad Enrico Fermi, ultimo grande fisico sia teorico che sperimentale, la cui attività si svolse però quasi un secolo fa. Ad Enrico Fermi lo si può accostare anche perché entrambi hanno vinto il premio Nobel per la fisica per ricerche condotte nel nostro paese. Giorgio Parisi è unanimemente riconosciuto come il fondatore della teoria fisica dei sistemi complessi, poiché ancora negli anni 80 ha scoperto quei meccanismi nascosti, ma universali, che regolano il comportamento di molti sistemi il cui andamento collettivo è caratterizzato da proprietà emergenti. Tali proprietà scaturiscono quando la somma delle parti non basta a dare il totale e l’approccio riduzionista non è più un paradigma sufficiente per fare predizioni.
La natura è piena di fenomeni emergenti: la sincronizzazione tramite interazione, come la comunicazione delle cellule cardiache che si modulano per creare una contrazione o quella delle luci emesse dalle lucciole che, interagendo tra loro, fanno in modo di emettere i segnali luminosi tutte assieme o tutti i fenomeni che in biologia sono chiamati “pattern” dove l’interazione crea dei “motivi” geometrici affascinanti, come le dune nel deserto e le spirali sulla superficie delle conchiglie.
La grande rilevanza del lavoro di Giorgio Parisi è proprio quella che i suoi risultati possono avere applicazioni nei più svariati campi della scienza dove la complessità diviene la teoria unificante. Non a caso, nell’assegnazione del premio Nobel, il lavoro di Giorgio Parisi viene affiancato a quello di Sykuro Manabe e di Klaus Hasselmann, pionieri della modellizzazione fisica dei fenomeni di cambiamento climatico. Quando Giorgio Parisi iniziò giovanissimo la sua carriera accademica, in Italia, non esisteva ancora il titolo di Dottore di Ricerca che fu istituito con decreto ministeriale il 5 giugno 1982. A quell’epoca era già Professore Ordinario presso l’Università di Roma 2, a Tor Vergata e per tanto non ha mai avuto la necessità pratica di ottenere quel titolo. In base a queste motivazioni e al curriculum eccezionale l’attribuzione del Dottorato ad honorem in Physics a Giorgio Parisi, ritenendo che tale attribuzione sia una doverosa gratificazione a uno dei più illustri scienziati che il nostro paese abbia mai avuto, e un onore per la nostra università.