PADOVA: CRAC DA 2 MILIONI DI EURO PER UN’AFFERMATA START-UP. DISPOSTE MISURE CAUTELARI PERSONALI E SEQUESTRATI BENI NEI RIGUARDI DI 2 AMMINISTRATORI.
I Finanzieri del Comando Provinciale di Padova, a conclusione di un’articolata indagine delegata dalla Procura della Repubblica di Rovigo, hanno dato esecuzione a un’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari nei confronti di due soggetti, coinvolti nelle vicende di quattro società di capitali operanti nel settore del commercio di materie plastiche e del noleggio di veicoli, di cui una fallita nel maggio del 2021.
Nel dettaglio, è stato emesso un provvedimento, che ha disposto – per la durata di dodici mesi e nei riguardi di entrambi gli amministratori, uno di diritto e l’altro di fatto – la misura interdittiva del divieto di esercitare qualsivoglia attività imprenditoriale e di ricoprire le relative cariche sociali. A uno dei due indagati, attesi i legami di natura personale e lavorativa con il Regno Unito, è stato prescritto anche il divieto di espatrio.
È stato eseguito, inoltre, il sequestro preventivo di 2 abitazioni, 5 terreni e di 2 motoveicoli di interesse storico e collezionistico, nonché delle disponibilità finanziarie presenti su 19 conti correnti.
Le investigazioni, condotte dai militari della Compagnia di Este, hanno interessato una società di capitali che – prima di maturare un passivo fallimentare di oltre 2 milioni di euro – aveva operato all’interno di un capannone della bassa padovana, affermandosi negli anni dal 2014 al 2018, come riportato dalla stampa specializzata, quale start-up emergente nel panorama nazionale e internazionale, attiva nel commercio di materie plastiche.
A partire dall’anno 2019, all’atto dell’insediamento di una nuova governance, la fallita ha esteso il proprio core business anche all’attività di noleggio di veicoli, condividendo con altre tre società – tutte riconducibili agli stessi amministratori – i propri spazi aziendali, che, di recente, erano stati utilizzati anche quale luogo di deposito di materiali destinati al confezionamento di tabacchi di contrabbando. Il fallimento è stato causato dall’occultamento contabile dei proventi derivanti dalla citata attività di noleggio, riscossi “in nero” da due società del gruppo nel corso del 2019 e del 2020, mentre le spese, ammontanti in quegli anni a oltre 350 mila euro, sono state esclusivamente sostenute dalla fallita, la quale non ha incassato i correlati ricavi.
Nel 2021, inoltre, quando il dissesto era già noto ai due amministratori, l’impresa decotta è stata spogliata dei propri beni aziendali – veicolati all’interno di una quarta società costituita ad hoc per agevolarne la successiva rivendita ad acquirenti ignari dell’origine delittuosa – ledendo così ulteriormente i diritti dei creditori sociali.
Attraverso l’esecuzione di mirati accertamenti, le Fiamme Gialle atestine hanno riscontrato l’assenza di pagamenti “tracciati” per l’attività di noleggio sui rapporti bancari della fallita e rilevato, altresì, che i beni sottratti alla procedura concorsuale hanno generato un indebito profitto di 60 mila euro circa per gli amministratori, confluito, a più riprese, su un nuovo conto corrente aziendale nella loro disponibilità.
Sulla base del quadro accusatorio delineatosi, fatte salve le successive valutazioni di merito, l’Autorità giudiziaria inquirente ha indagato i due soggetti per i reati di bancarotta patrimoniale e documentale aggravata e per condotte di auto-riciclaggio, disponendo l’applicazione delle citate misure cautelari personali e il sequestro dei beni a loro riconducibili.