Era da tanto che non leggevamo una notizia buona, anzi buonissima sulle carceri come quella arrivata il 21 febbraio dall’Ansa: il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, ha comunicato in una audizione alla Commissione Giustizia della Camera che il DAP è favorevole alla liberalizzazione delle telefonate per tutte le persone detenute, ad esclusione solo di chi è sottoposto al regime del 41-bis sottolineando tra l’altro che già oggi un direttore ne può concedere “anche cento al giorno”. Quanto all’opportunità dei colloqui intimi senza controllo visivo, è previsto che a breve verrà avviata una sperimentazione. Anche di questo, come associazioni di Volontariato, avevamo parlato con lui in un incontro online il 16 febbraio, l’audizione alla Commissione Giustizia ci ha ulteriormente fatto capire che non si tratta di generiche promesse, ma di importanti certezze. Per tre significative realtà del Volontariato, la Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, Ristretti Orizzonti e Sbarre di Zucchero, che hanno raccolto firme, chiesto con forza ai direttori un ampliamento del numero di telefonate e colloqui, si sono battute per le telefonate libere e i colloqui intimi riservati, le parole del Capo del DAP sono una boccata di ossigeno, e la conferma che quello degli affetti è il terreno fondamentale anche per la prevenzione dei suicidi.
Ricordiamo che nella Casa di reclusione di Padova e in pochi altri istituti il direttore aveva già accettato di mantenere, a fine pandemia, la telefonata quotidiana per buona parte dei detenuti, e ora, sempre a Padova, ha accolto anche l’invito del Volontariato a dare concretezza alla sentenza della Corte Costituzionale iniziando a progettare gli spazi per i colloqui intimi, ora la speranza è che, sollecitati dal Capo del DAP, si muovano tutti i direttori, e che colgano l’importanza di far fronte al disagio e alla sofferenza crescenti nelle carceri allargando al massino tutte le possibili occasioni di incontro con i propri cari delle persone detenute.