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PADOVA : Nell’universo, tanti sistemi planetari come il nostro. La scoperta degli astronomi padovani

Dove cercare sistemi planetari simili al nostro? Ora lo sappiamo. O meglio, lo sanno gli astronomi dell’Istituto nazionale di astrofisica (INAF) di Padova, grazie ai risultati di un nuovo studio pubblicato su Nature Communications. Lo hanno scoperto osservando con due telescopi, dal Cile, un gruppo di circa 150 stelle di nome Beta Pictoris, in direzione della costellazione del Pittore, ad appena 115 anni luce da noi. Ciò che hanno visto è che nei sistemi stellari poco densi la presenza di pianeti simili a Giove, attorno a stelle simili al Sole, è molto più comune di quanto si pensasse. In altre parole, non siamo così speciali come forse vorremmo.

 Ma perché concentrarsi su pianeti simili a Giove? Se dovessimo guardare il Sistema solare da fuori, da una stella poco lontana, certamente non vedremmo la Terra, non vedremmo Marte, né Mercurio o Venere. Vedremmo, forse, Giove e Saturno: pianeti giganti che si trovano a una distanza dal Sole un po’ oltre la linea dei ghiacci – la linea immaginaria oltre la quale l’acqua sopravvive al calore del Sole in forma di ghiaccio. Per questo, la prima cosa da fare per trovare sistemi simili al nostro è cercare pianeti “simil-gioviani”, con massa e orbite simili a quelle di Giove e Saturno, attorno a stelle come il Sole. Finora però, statistiche alla mano, gli studi che cercavano questi sistemi dicevano il contrario.  Guardavano però soprattutto stelle vecchie almeno un miliardo di anni, con sistemi planetari che ormai poco potevano raccontare sulla loro formazione. Gli astronomi della Specola di Padova hanno invece puntato, appunto, verso Beta Pictoris moving group, che è abitato da stelle giovanissime, tutte sotto i 20 milioni di anni. Praticamente appena nate, considerando i tempi di vita delle stelle. E hanno così scoperto che almeno la metà delle stelle simili al Sole, lì nel gruppo di Beta Pictoris, potrebbe ospitare un pianeta simil-gioviano.

Tre di questi pianeti erano già noti, mentre il quarto l’hanno scoperto proprio gli stessi autori alcuni mesi fa. «Secondo i risultati del nostro nuovo studio, però, ce ne sarebbero molti di più», dice Raffaele Gratton, ricercatore all’Inaf di Padova e primo autore dello studio pubblicato su Nature Communications. «Abbiamo trovato che la formazione di sistemi simili al nostro – dominati da pianeti giganti poco oltre la linea dei ghiacci – è molto comune e probabilmente è la norma in ambienti di bassa densità, dove il processo di formazione può procedere abbastanza indisturbato. Ci aspetteremmo, quindi, che anche il Sistema solare si sia formato in un ambiente a bassa densità. Le osservazioni future, e in particolare quelle fornite dal prossimo rilascio dei dati del satellite GAIA, forniranno un quadro più chiaro, e comunque questo studio può orientare la futura ricerca di pianeti come la Terra».

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