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PADOVA : ” PADOVA NEL DOGON IL DOGON A PADOVA ” , PALAZZO DELLA RAGIONE DAL 14 MAGGIO AL 30 GIUGNO

Tra gli aspetti molteplici del volontariato la mostra mette in evidenza una esperienza nata a
Padova nel 2007 e rivolta ad una realtà africana lontana ma, se si pensa all’attualità crescente e
drammatica di questi anni, particolarmente vicina alle ansie dell’Occidente dilacerato dalla volontà
di dare aiuto a chi ne ha bisogno e insieme dalla paura delle diversità e dei problemi dovuti al
sempre più diffuso fenomeno migratorio.
“Aiutare gli africani a casa loro” al di là di ogni strumentale interpretazione di una definizione
recentemente abusata, è stato l’obiettivo concreto di un inizialmente piccolo gruppo di padovani
che, poi costituitosi in onlus nel 2009, hanno voluto operare concretamente nella regione del
Dogon , particolarissimo territorio del Mali , dopo drammatiche esperienze dirette che ne avevano
evidenziato la difficilissima situazione sanitaria in cui versavano e versano quelle popolazioni e in
particolare l’infanzia.
Una mostra articolata in due compenetrate chiavi di lettura: la “storia” emblematica della onlus con
la documentazione delle realizzazioni “sul posto” e nel contempo una rassegna qualificata di
pregevoli sculture e oggetti d’uso di eccezionale bellezza.
La Odv padovana” Progetto Dogon “ vedrà narrata la propria storia nella parte interna della
pannellatura che separerà lo scrigno ospitante del Palazzo dalla mostra stessa.
Dal Centro Sanitario di Weré alla ” Dependance” , luogo di accoglienza delle equipes mediche
padovane e italiane, agli edifici scolastici e altro, senza dimenticare le adozioni a distanza,
tutto verrà raccontato da foto testimoni delle realizzazioni e degli eventi correlati resi più evidenti
da apposite didascalie.
All’insegna dell’ambizioso progetto “100 pozzi per il Dogon” dopo gli aiuti iniziali della Regione
Veneto, della Provincia di Padova e del Comune Capoluogo, l’entrata “in campo” della
Fondazione Cariparo nel 2012 , ha consentito la creazione di una rete di ben 250 pozzi di acqua
potabile capace di servire numerosissimi villaggi pari ad una popolazione di 150.000 abitanti
Per tale opera sono stati concretamente attuati nuovi impianti, rifacimenti e le doverose e
necessarie manutenzioni.
Realizzazioni che hanno portato insieme all’acqua lavoro e fonte di occupazione locale specie per i
più giovani contribuendo a fermare la spinta migratoria e , insieme, a resistere al reclutamento
estremistico di “Al Qaeda” e di altre frangie terroristiche locali purtroppo pericolosamente presenti
nel Mali.
All’interno di questa ministoria fotografica di concreta solidarietà e del suo “fatturato” operante, si
articolerà la rassegna costituita da una scelta della collezione di Umberto Knycz di pezzi originali
messi assieme in decenni di amorevoli ricerche e tutti di comprovata autenticità.
Una occasione per Padova per misurarsi “dal vero” con una cultura “altra” sviluppatasi senza il
supporto di tradizioni scritte nel Continente che è stato l’iniziale “culla del mondo” e che,
trascurato o volutamente ignorato per secoli salvo l’approvvigionamento vergognoso di schiavi e di
materie prime è diventato, da sinonimo di primitivismo e di barbarie, uno dei punti di ripartenza
dell’Occidente.
Dalle avanguardie storiche al Cubismo fino all’architettura delle nostre metropoli o al Jazz, molto è
dovuto all’Africa e , dentro a questa, ai manufatti dei Dogon che da decenni vengono contesi dai
più prestigiosi Musei del mondo.
La “doppia mostra” vuole dunque essere un momento di riflessione e di consapevolezza unendo
insieme cultura, solidarietà e volontariato e si rivolge in particolare , anche con incontri specifici,
alle nuove generazioni e al mondo scolastico.
Il realizzarla dentro il Palazzo della “Ragione” consentirà un momento ulteriore di forza fondato
sulla reciproca conoscenza fra le popolazioni e le culture in un mondo sempre più interdipendente.
I Dogon ricordati anche come i “figli delle stelle” per la loro conoscenza del cielo e la loro antica
cosmogonia si troveranno così a dialogare attraverso i visitatori con la cosmogonia dell’ Occidente
cristiano raccontata dai meravigliosi affreschi del grande monumento padovano.

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