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Padova: presentato il rapporto sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. I dati del Veneto.

Presentato ieri a Padova il Rapporto CRC “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia – I dati regione per regione”.

Una vera e propria “lotteria geografica” condiziona il destino e l’attuazione dei diritti degli oltre 9 milioni (9.287.462) di persone di minore età che vivono in Italia: sempre più evidenti le forti diseguaglianze sociali, economiche e culturali che caratterizzano i vari territori. Il Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC) è un network attualmente composto da 100 soggetti del Terzo Settore che da tempo si occupano attivamente della promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ed è coordinato da Save the Children Italia. Il Gruppo CRC pubblica la seconda edizione del Rapporto “I dati regione per regione 2021”, a distanza esatta di tre anni dalla prima.

L’obiettivo è quello di sensibilizzare le istituzioni pubbliche circa la necessità di una raccolta puntuale, sistematica e disaggregata di informazioni necessarie a programmare interventi efficaci e sostenibili per bambini, adolescenti e le loro famiglie.

La pubblicazione è organizzata in 20 schede regionali

I dati più significativi per la Regione Veneto.

 

  1. Dati demografici

 

In Veneto le persone di minore età sono 761.325, il 15,7% della popolazione totale della regione. Il tasso di natalità (per mille abitanti) è di 6,7, lievemente inferiore di 0,1 alla media nazionale. La speranza di vita alla nascita è di 82,8 anni (superiore rispetto alla media nazionale di 82 anni). Le famiglie con 5 o più componenti sono 5,5 su 100, superiori rispetto alla media italiana di 5,2, mentre i nuclei monogenitoriali sono il 15,5% (inferiori di 2 punti percentuali rispetto alla media italiana di 17,5%).

Povertà materiale ed educativa

Oltre ai dati sulla povertà economica, in questo rapporto sono stati aggiunti nuovi indicatori che consentono una visione più completa del fenomeno della povertà minorile, che è multidimensionale e non può non tenere conto anche della povertà educativa.

In Veneto la percentuale di persone di minore età in povertà relativa è del 13,1%, inferiore di 7,3 punti rispetto alla media nazionale ma con una tendenza in aumento di 0,1 rispetto al precedente Rapporto.

La percentuale di minori che vive in abitazioni prive di alcuni servizi e con problemi strutturali è del 16% (contro una media nazionale del 12,8%).

I bambini e i ragazzi di 6-17 anni che nel tempo libero hanno l’abitudine alla lettura di libri sono il 62,5%, quota superiore di 10,6 punti rispetto alla media nazionale del 51,9%.

La percentuale di bambini e ragazzi di 3-17 anni che, nel tempo libero, praticano sport è del 66,5%, superiore In relazione alla povertà educativa digitale, la percentuale di minori tra 6 e 17 anni che non utilizzano Internet è del 16,0%, superiore di 0,3 rispetto alla media nazionale.

Ambiente familiare-scuola

Rispetto ai dati relativi all’ambiente familiare e misure alternative, in Veneto il tasso di affidamenti familiari (al netto dei MSNA) è di 1,7 ogni mille residenti (superiore di 0,2 rispetto alla media italiana di 1,5), con un trend leggermente in aumento nel tempo. I bambini e gli adolescenti stranieri in affidamento familiare sono il 33,5%, quota superiore di 14,6 punti rispetto alla media italiana.

Il tasso per mille residenti di 0-17 anni (al netto dei MSNA) nei servizi residenziali per persone di minore età è di 1,3 (in linea con la media nazionale), e con tendenza in aumento di 0,5 rispetto ai dati del precedente Rapporto. La percentuale di bambini e adolescenti stranieri presenti nei servizi residenziali è del 37,1% (inferiore di 17,8 punti rispetto alla media nazionale di 54,9%), mentre la percentuale di bambini e adolescenti accolti nei servizi residenziali con disabilità certificata è del 15,2% (10,2 punti superiore alla media italiana).

Tra i bambini iscritti alla scuola dell’infanzia il 41,9% è iscritto alla scuola pubblica contro una media nazionale del 73%, mentre il 58,1% alla scuola privata (contro una media italiana del 27%).

I minori vittime di abuso e di maltrattamento per una serie di reati, contro familiari e conviventi segnalati sono 1.222, il 5,6% del totale nazionale (21.709).

“In Italia permangono ancora numerose e profonde diseguaglianze regionali nell’accesso e nella qualità dei servizi di salute, dei servizi educativi, e nell’incidenza della povertà, che di fatto significa che le persone di minore età hanno differenti opportunità e diritti a seconda di dove nascono e crescono. Si tratta di forte discriminazione su base regionale, che ha un forte impatto sulla vita dei bambini, e che rende indispensabile avviare una programmazione strategica in grado di investire con efficacia sull’infanzia e adolescenza”, commenta Arianna Saulini, di Save the Children, coordinatrice del Gruppo CRC, e aggiunge “Con questo lavoro le associazioni del Gruppo CRC intendono contribuire a stimolare un processo che porti ad una maggiore conoscenza e consapevolezza delle condizioni dell’infanzia nei singoli territori, e conseguentemente superare le disparità che si fanno sempre più acute”.

 

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