In uno spazio all’aperto all’interno della Casa Circondariale di Padova in Via Due Palazzi è andato in scena CHE BELLO MANGIARE! il racconto teatrale nato nell’ambito de LA CULTURA SI MANGIA, una proposta culturale e culinaria dentro il carcere, progetto di Tam Teatromusica a cura di Flavia Bussolotto e Stefano Razzolini, realizzato con i detenuti della Casa Circondariale, in collaborazione con il Ministero della Giustizia (DAP) Casa Circondariale di Padova e sostenuto dalla Regione del Veneto – Direzione Regionale per i Servizi Sociali – Servizio Prevenzione delle Devianze e Tossicodipendenze. L’evento si è svolto di fronte a un pubblico costituito, oltre che di operatori del settore, operatori e ospiti stessi del carcere, anche da spettatori esterni, rendendo l’evento particolarmente emozionante oltre che ancora più ricco di stimoli e risultati. Lo spettacolo è il racconto di un incontro possibile, fatto di storie personali, sapienze tramandate, ricordi riaccesi dal contatto con gli altri. Parola-cibo, gesto-cibo, vendere, servire, ritrovare sé stessi nella sapienza e nell’esperienza degli altri, farne un “rito” e condividerlo, fino a creare insieme per incontrarsi.
È forse il racconto di un’utopia, ma è portata di mano, è nella vita e nel pane quotidiano, tra sapori e parole da condividere.Tutto ha funzionato perfettamente sia dal punto di vista organizzativo che da quello teatrale e il pubblico, tra cui alcuni addetti ai lavori ha apprezzato soprattutto l’atteggiamento e le interpretazioni degli ospiti della Casa Circondariale che hanno affrontato la sfida teatrale con entusiasmo, impegno e intensità regalando emozioni e valorizzando le finalità di un percorso di questo tipo all’interno di una casa di reclusione.
I primi a essere soddisfatti sono stati gli operatori di TAM TEATROMUSICA ideatori ormai esperti di percorsi teatrali all’interno del carcere ma che hanno dovuto affrontare questa volta le molte difficoltà provocate da Covid e post covid che li hanno costretti a lavorare in condizioni sempre più difficili di distanziamento e mascherine in spazi molto ristretti. Superati scetticismo e alcuni timori iniziali, i partecipanti, complice la felice scelta del tema e grazie al grande impegno e all’esperienza degli operatori di TAM TEATROMUSICA Flavia Bussolotto, Stefano Razzolini e Raluca Ciocan, si sono fatti coinvolgere dalle attività teatrali proposte e hanno aderito proattivamente a tutta la fase di costruzione dello spettacolo fino al disegno della cartolina di sala, opera dell’ospite del carcere Ibrahim Alkhalil.
Molto sentito anche l’incontro tra il pubblico e gli attori dopo gli applausi, quando hanno risposto alle domande e confessato apertamente le loro emozioni. In pochi attimi si è creata un’atmosfera di unione e partecipazione sensibile che ha lasciato tutti emozionati come forse solo il teatro sa fare.