“Unipd ha deciso di chiudere alcune aule studio durante i giorni di festa, nonostante il lavoro fatto da noi nelle scorse settimane per garantire che le più importanti e frequentate rimanessero aperte. Unipd ignora ancora una volta le rappresentanze studentesche, e questo è inaccettabile!” Dichiara Domenico Amico, Coordinatore di Udu Studenti Per e Senatore Accademico, “È inaccettabile che l’Ateneo ignori il lavoro dei rappresentanti, appena rieletti con 15.000 voti, definendo capricci le nostre richieste. Non saremo noi studenti a pagare l’aumento dei costi del riscaldamento, unica ragione per cui la Governance ha stabilito queste chiusure. Semmai i capricci sono quelli della Governance nel non voler tenere aperte le aule studio per soli cinque giorni in più.”
Per i rappresentanti dell’UDU, Unipd non può fare passi indietro. Prima del COVID infatti le aule studio rimanevano aperte ogni giorno anche durante le festività, ora con gli studenti tornati in presenza decide che è meglio chiudere.
“L’aula studio Pollaio è una realtà storica padovana autogestita, è assurdo che l’Ateneo abbia chiesto la sua chiusura nei giorni di festa, nonostante la disponibilità e il lavoro costante del Comitato di autogestione” dichiara Alessia Conti, rappresentante in Senato con Udu Padova, “Oggi gli studenti a Padova sono 1.000 in più rispetto a tre anni fa, e il Pollaio rimaneva aperto per continuare ad essere a servizio di ogni studente. Ora che c’è più necessità, l’Ateneo fa un passo indietro per il costo dei riscaldamenti. L’aula studio serve aperta per tutti quegli studenti fuorisede che non torneranno a casa, per tutti coloro che non festeggiano il natale, per tutti gli studenti internazionali che non rientreranno. Più di un centinaio di studenti hanno risposto al questionario del Comitato di Autogestione per confermare che vorrebbero utilizzare l’aula studio nei giorni di festa, così come è garantito anche dal regolamento dell’aula studio.
Non si può risparmiare sulle spalle degli studenti! Come può essere ragionevole tutto ciò? Gli studenti sono stanchi di non essere ascoltati: ma se non basta il lavoro dei rappresentanti, ci mobiliteremo in altri modi.”