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SAN GIORGIO IN BOSCO (PD) : PER ” UNIAMO SAN GIORGIO” E’ UNA MISURA INSUFFICIENTE AD AFFRONTARE L’EMERGENZA IDRICA»

Il sindaco di San Giorgio in Bosco chiede a Zaia di rivedere in parte le concessioni minerarie alla Vera dopo le 2 mila firme raccolte dall’opposizione “Il sindaco di San Giorgio in Bosco e la sua giunta hanno scoperto finalmente che vanno riviste le concessioni minerarie vecchie di quasi 50 anni: ci sembra una buona notizia ed è il risultato della nostra mobilitazione e delle quasi 2 mila firme raccolte. Ma questa presa d’atto che esista un’emergenza idrica, un’emergenza siccità e un rischio per il nostro territorio deve diventare fatti concreti. Chiediamo un po’ di pazienza sui numeri perché il rischio è che i numeri servano per confondere e non per capire: il sindaco scrive a Zaia per rivedere la concessione mineraria e perché la Nestlé San Pellegrino possa emungere 50 litri al secondo e non i 100 litri concessi attualmente”. Così i Consiglieri di minoranza di UniAMO San Giorgio in Bosco Fabio Miotti, Valentina Campagnaro, Giuliana Lorenzetto e Fabio Zanfardin, integrando i contenuti della conferenza stampa promossa in data odierna dal Sindaco Nicola Pettenuzzo. “Ma poi fa notare che – di fatto – al momento emunge il 30%, quindi circa 30 litri al secondo. Ma i problemi che i nostri cittadini hanno vissuto questa estate ci sono tutti, anche se vengono estratti “solo” – si fa per dire – 30 litri al secondo. Le pompe a secco, le fontane pubbliche chiuse, i campi agricoli in affanno, Etra che fa ripartire un pozzo in disuso dagli anni ‘80, la situazione di siccità generalizzata” continuano i 4 Consiglieri comunali, “l’emergenza acqua esiste anche se la multinazionale estrae “solo” il 30% di quanto potrebbe e quindi noi ribadiamo il no ad ogni ulteriore sfruttamento ed il no al nuovo stabilimento in zona agricola di AQua Vera SpA: le concessioni minerarie vanno riviste in maniera più ampia, ci deve essere un controllo sull’uso dell’acqua cosiddetta industriale che NON viene conteggiata nei calcoli forniti dal sindaco, va approfondita la situazione della nostra falda. Abbiamo posto tutte queste domande all’amministrazione e attendiamo una risposta”.

“Nel frattempo continua la raccolta firme online contro il nuovo stabilimento di imbottigliamento. E lanceremo la raccolta firme anche per promuovere il Referendum previsto dal nostro Statuto: devono decidere le persone. Perché l’acqua della falda è un bene comune e non una risorsa a servizio del business dei privati” concludono Miotti, Campagnaro, Lorenzetto e Zanfardin.

 

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